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Uomini e donne separati al mare: l’ultimo “muro” d’Europa è a Trieste

Uomini e donne separati al mare: l’ultimo “muro” d’Europa è a Trieste

C’è un muro in Europa che non ha nessuna intenzione di crollare, sopravvissuto com’è ai referendum e alle stagioni della storia. Ed è in Italia. Ed è vero, nessuna metafora. E’ il muro di uno stabilimento balneare triestino che dal 1903 separa, persino in mare, uomini e donne. Un bagno popolare, nel senso che non c’è triestino che non ci sia stato, se non altro da infante. Si chiama “Alla Lanterna” (dal piccolo faro, la...

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Vino, salame, formaggio e frasca: che divertenti le osmize di Trieste!

Vino, salame, formaggio e frasca: che divertenti le osmize di Trieste!

E se per pranzo abbandonaste la città? Che ne dite di un po’ di formaggio e salame in un’osmiza? Se volete “triestinizzarvi”, non potete andarvene senza aver provato l’osmiza. “Osmiza, osmiza, ma… cos’è?”, vi chiederete. In poche parole, si tratta di abitazioni private: cantine e cortili messi a disposizione dai proprietari che vendono direttamente vino e altre prelibatezze di loro produzione. Lunghe...

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Trieste e il suo bianco custode

Trieste e il suo bianco custode

Imponente. Rassicurante. Un custode, una sentinella di un bianco splendido. Sono le tre cose che mi vengono in mente se devo descrivervi il Faro di Trieste (Strada del Friuli 141). Iniziamo subito dai numeri, così capirete anche voi perché dico imponente: è alto 67,85 metri (il quarto al mondo per dimensioni); pesa 8 mila tonnellate; esternamente, è rivestito da più di 1.500 metri cubi di pietra istriana (di Orsera) nella parte...

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Trieste, la storia scritta nei Caffè

Trieste, la storia scritta nei Caffè

Vi descrivo un pochino i caffè storici di Trieste. Partiamo da piazza Unità. E quindi partiamo dal Caffè degli Specchi, quello che è considerato il salotto buono della città, fondato nel 1839 dal greco Nicolò Priovolo. Si chiama così perché, fin dalla sua inaugurazione, i fatti storici più importanti venivano ricordati con delle incisioni sugli specchi o sulle lastre di vetro (oggi ne rimangono solo tre di incisioni…)....

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Trieste in tazzina

Trieste in tazzina

Trieste ha un feeling con il caffè che è qualcosa di unico. Ma unico davvero. Perché la mia città ha coniato un vocabolario tutto suo per ordinare una tazzina. Non ci credete? Beh, eccolo qua. Imparatelo prima di venire da queste parti!!! Il vocabolario della tazzina Nero: è l’espresso in tazzina Capo: espresso macchiato caldo in tazzina Capo “in b” (dove “b” sta per bicchiere): espresso macchiato caldo servito però in un...

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“Più che un club”: lo stadio del Barça e non solo

“Più che un club”: lo stadio del Barça e non solo

Come trasformare una passione in un affare. E che affare. Lo stadio del Barcellona (www.fcbarcelona.com/camp-nou) è ormai diventato la quinta “attrazione turistica” più visitata della città, superando nella classifica anche i musei dedicati a Picasso e a Mirò. Qualche numero? Guardate un po’ il bilancio della stagione 2010/2011: i visitatori di stadio e museo – e negozio di merchandising, strategicamente passaggio...

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Barcellona, a spasso con Gaudì

Barcellona, a spasso con Gaudì

Una città vivace, effervescente. Questa era la Barcellona della fine del XIX secolo, la Barcellona dell’Esposizione Universale del 1888. Una Barcellona nella quale l’architettura aveva un ruolo fondamentale nella vita cittadina. Essere proprietari di una casa modernista era un segno distintivo dello stato sociale della buona borghesia, apriva le porte dei circoli giusti. Il critico d’arte Francesc Fontbona ha scritto che...

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In viaggio sui binari della leggenda

In viaggio sui binari della leggenda

(articolo di Guido Barella pubblicato da Il Piccolo il 10 luglio 2006, a una settimana dai festeggiamenti per il centenario della Ferrovia Transalpina)   La vecchia signora si arrampica sbuffando incuneandosi tra il verde dei boschi da una parte e il verde dell’Isonzo dall’altra. Corre, corre e il fumo si alza ad ampie volute. La vecchia signora si chiama «25-026», è nata a Vienna nel 1920. Adesso vive a Lubiana ma viene a passare...

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Jeri, 15 dicembre 1956

Jeri, 15 dicembre 1956

Jeri era lì. Infagottato nella sua divisa da graniciaro, sempre troppo grande o troppo piccola, comunque di una taglia sbagliata, con la bustina con la stella rossa in testa, era di turno alla torre di guardia di Vrtojba. Par di vederlo, con il kalashnikov appoggiato di traverso sulla schiena mentre, per ingannare il tempo, con una matita lascia il suo ricordo su un mattone della garitta. «Jeri», appunto, scrive in caratteri cirillici. E...

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Quando i graniciari ordinavano “Stoj”

Quando i graniciari ordinavano “Stoj”

(articolo di Guido Barella pubblicato su Il Piccolo il 20 settembre 2003)   Se lo ricorda bene, quel giorno, Bruno Tomasi. Se lo ricorda bene quel giovane in ginocchio in mezzo alla piazza della Transalpina a implorare pietà, a pregare, a chiedere di far passare di qua, in Italia, i propri parenti. Davanti a lui il graniciaro freddo, impassibile. No, non ebbe pietà, il graniciaro. E gli sparò. E lo uccise. Era il 29 giugno...

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