Antiparos, anti… doto allo stress

Antìparos (www.antiparos-isl.gr, in inglese e greco; www.antiparos.info in inglese e greco; www.antiparos.gr, in greco, il sito del Comune; www.paros-greece.gr e www.parosweb.com per camere e appartamenti in affitto e www.dolphinantiparos.gr è il sito di un albergo, con moltissime info) è la classica isoletta dove vai in alta stagione e ti sembra che sia già fine estate. Ci vai ad agosto, e ti pare che il giorno dopo sia il 30 settembre. Qui, ad Antìparos, il turismo è una risorsa, non una minaccia. Qui, ad Antìparos, devi buttare via l’orologio. Piano piano, qui i tuoi tempi vanno sincronizzati ai suoi. E’ inutile lottare, vincerebbe l’isolina. Eppure non vince la noia, casomai la tranquillità. Perché Antìparos ha spiagge, tante, ha una grotta da visitare, ha delle ottime taverne di pesce fresco, ed è stracollegata con la sorella maggiore, Paros, se doveste soffrire di nostalgia della “folla”.

Ideale per chi?

Per famiglie con bambini piccoli e per chiunque abbia necessità di staccare la spina. Tranquilla, silenziosa, con tutto a portata di mano (spiagge incluse: ce ne sono 5 nel giro di una passeggiata di 10 minuti), visitabile persino in bicicletta. In più, essendoci poche auto e moto, è sicura per i bimbi che possono giocare e rincorrersi tranquillamente (nella Chora non possono circolare le quattro ruote fatta eccezione per il lungomare!). Le acque sabbiose, in gran parte poco profonde e quasi senza onde, costituiscono un’altra attrazione per chi ha cuccioli.

Ah, una curiosità su Antìparos: qui ha preso casa l’attore americano Tom Hanks cha ha finanziato gli scavi archeologici sull’isoletta di Despotikò.

Notizie utili

Si trova a sud ovest di Paros, nelle Cicladi. Si estende su una superficie di 35 kmq (è lunga 12,5 e larga 5,5 km) e grazie alla sua forma allungata possiede 57 chilometri di coste. Dista appena 2 km dal capoluogo di Paros, Paroikià, ma molto meno da Pounta (le due isole erano unite nella notte dei tempi, si intuisce ancor oggi il “cordone ombelicale”, formato da una serie di scogli…), ed è raggiungibile esclusivamente da Paros stessa via mare. Perché non ha l’aeroporto. A nord, il territorio è pianeggiante e fertile mentre delle piccole colline si innalzano dal centro verso l’ovest. La terra è di origine vulcanica: nell’antichità l’isola era verde (tanto che il suo nome antico, fino al 1200, era “Oliaros”, che significa isola di foreste), poi qualche distruzione di origine sconosciuta ha cambiato tutto e ora il verde è praticamente sparito. Le coste occidentali sono piatte e di sabbia, mentre quelle ad est sono per lo più piccole baie. Antìparos è circondata da numerosi isolotti: tutti, ad eccezione di Rematonisi (di proprietà privata), sono disabitati e alcuni vengono utilizzati come pascoli.

Esiste un unico vero paese, a nord, la Chora con banche (almeno due) e sportelli bancomat, una farmacia e il centro medico, la posta, agenzie turistiche, panetterie, supermarket, edicole con giornali italiani, taverne a volontà, disco-bar, il porto… I circa mille residenti dell’isola sono per lo più agricoltori e pescatori, o vivono di turismo. Un secondo centro in forte espansione turistica è – a sud – Aghios Geòrghios (un puro e semplice agglomerato di casette a schiera e ville), cui la Chora è collegata tramite una strada asfaltata. Un’altra strada asfaltata porta alla grotta (da vedere!) e un’altra ancora vi farà scoprire l’interno dell’isola, dall’anima decisamente agricola.

Ad ogni modo, ad Antìparos potete noleggiare auto, scooter e biciclette, ci sono ben due distributori di benzina e se volete assaggiare frutta e verdura degli orti c’è un mini mercato sul lungomare, con pomodori e meloni appoggiati su un bancone di marmo dai contadini dell’interno. Non ci sono taxi. C’è un campeggio (http://camping-antiparos.gr), sulla punta nord dell’isola sulla spiaggia di Aghios Theologos, a soli 700 metri dal porticciolo: 23 mila metri quadri immersi nei cedri, a soli 5 metri dal mare. I riferimenti sono: Camping Antiparos, 0030 22840 61221, e-mail: kalargyros@par.forthnet.gr oppure reception@camping-antiparos.gr. Si trova camminando per 10- 15 minuti verso nordest (il riferimento è il porto, risalite verso il porticciolo con i pescherecci e poi lungo un sentiero che passa di fianco alla spiaggia per nudisti, ci sono le indicazioni comunque). Altrimenti, non mancano alberghi (una decina), case e stanze in affitto, studios.

Attività sull’isola

Lungo le spiagge più ventose potete divertirvi con il windsurf e il kitesurf, c’è una scuola di immersioni (Blue island divers, nella Chora), potete noleggiare il kayak o una barchetta o un motoscafo per un’ora o un giorno e potere fare delle escursioni in barca attorno ad Antiparos e sull’isolotto disabitato di Despotikò, a sud ovest di Antiparos, con bagnetto finale, ovvio! Se siete interessati, al porto di Antìparos c’è la barca “Captain Ben” che ogni giorno in alta stagione organizza delle crociere attorno alle spiagge più belle, vi porta nelle grotte marine e vi offre un drink e la pappa a Despotikò. Prenotazione sulla barca, in porto, dalle 18 alle 21. Stessa cosa per il veliero “Alexandros”, che vi aspetta al porto di Antìparos (per le prenotazioni potete anche chiamare il capitano Antonis allo 0030 697 2026 585 oppure 0030 22840 612 73). Altrimenti, sosta su numerose spiagge anche per la barca “Thiella” (inclusi nella gita ouzo e barbecue di pesce, prenotazioni all’Antiparos Travel Agency). Questi stessi biglietti li potete prenotare o acquistare anche alle agenzie turistiche. Infine, per una gita a Despotikò c’è anche la possibilità di prendere il barchino ad Aghios Geòrghios (i particolari nel capitolo spiagge).

Despotikò

Giusto due paroline su Despotikò, che è un importante sito archeologico per le Cicladi (oltre che un magnifico pascolo per le caprette!), i cui reperti si possono ammirare al Museo archeologico di Paroikià, a Paros. Allora, a sud ovest di Antiparos ci sono tre isole di interesse storico che vanno dalla prima età del Bronzo (terzo millennio a.C.) fino al periodo post-bizantino (1500-1600 d.C.) e sono Despotikò, Tsimintiri e Strogylo. Despotikò è la più grande, 6.600 metri quadrati, ed è dal 1997 che qui scavano continuamente. Perché la nostra piccola isola dovrebbe essere stata negli antichi tempi un santuario! A rafforzare quest’ipotesi, il ritrovamento di un grande edificio allungato (40 m di lunghezza e 8 di larghezza) in allineamento nord-sud. E poi, ancora, sono venuti alla luce un tempio, piccole brocche che contenevano olio profumato, bicchieri in miniatura di produzione corinzia, vasi zoomorfi in argilla, sigilli di pietre semi-preziose, avorio, perni di bronzo, pugnali di ferro, gioielli in bronzo e oro, scarabei e idoli dello Ionio, di Rodi e Cipro e di produzione egiziana. E, su molti reperti, una figura femminile in terracotta, forse una dea, datata circa 650 a.C. Insomma, la qualità dell’architettura e la natura dei reperti (molto simile a quelli del Delion di Paros, santuario dedicato ad Apollo e Artemide) fanno fortemente pensare che anche questo sito fosse un santuario!

Come arrivare ad Antìparos (o andare via…..)

In due modi: se siete a piedi, ci sono traghetti giornalieri da e per Paroikià (capoluogo di Paros) più volte al giorno (gli orari sono appesi al porto di Paroikià e a quello di Antìparos). Sostanzialmente, partono più frequentemente la mattina e meno il pomeriggio (ancora meno la sera). Attenzione perché se c’è vento forte, non si parte e non si arriva!!! Non trasportano né auto o moto, solo bipedi!

Altrimenti, pigliate un bus o un taxi per Poùnda, 7 km a sud di Paroikià: qui c’è un traghetto giornaliero con trasporto auto e moto (ma potete andarci anche se siete a piedi), in alta stagione ogni venti minuti-mezz’ora dalle 7 del mattino alle due di notte (gli orari sono appesi sul molo, sia a Poùnda che ad Antìparos). E da Pounda in otto minuti siete arrivati (da Paroikià 25 minuti)! Se volete farvi un’idea, buttate l’occhio qui per gli orari (il prezzo però non è aggiornato…): www.antiparos-isl.gr, cliccate poi su “Travel information” e nel menù a sinistra “To Antiparos”. Niente prezzo, ma orario aggiornatissimo su www.gtp.gr (icona a destra ferry schedules domestic, inserite Paros-Antiparos, e avrete tutti gli orari!).

La Chora

C’è un’unica via “commerciale” – Market Street – che dal porticciolo (il riferimento di inizio via è l’hotel-taverna Anargyros) sale verso la piccola e graziosa Platìa Aghìou Nikolàou, dove troverete la chiesina (del santo patrono, è del 1783) immancabilmente bianca, taverne, negozietti e un grande eucalipto: a fine agosto, però, molti negozietti erano chiusi (si può considerare fine stagione?). Già: passeggiando in queste strade lastricate, con la casine imbiancate a calce sepolte dai fiori, vi renderete conto che … stona proprio il rumore. Una pace assoluta. Eppure in queste stradine la vita c’è, si sente, nessuna tristezza, solo che il paesino non è “attrezzato” (che sia fatto apposta?) per i “rumori” dei turisti. Ma passarci tre, quattro giorni, potrebbe essere una buona terapia mentale oltre che fisica. L’unica parte dimessa della Chora è il Kastro, con la casine a volte ristrutturate e a volte no, e ti chiedi come stiano in piedi. Antìparos, d’altra parte, non ha la ricchezza di Paros, la sua eleganza, la sua cura maniacale per il bello, è altro. Ma è vera, non si è rifatta il trucco. E’ il suo miglior pregio.

Sostanzialmente, l’altro “cuore” della vita di Antìparos è il porto, con tante barche da pesca, agenzie turistiche, noleggio auto, scooter e bici, banche, taverne e bar.

La vera attrazione della Chora rimane comunque il Kàstro, il villaggio fortificato, un esempio di architettura da difesa: per arrivarci, percorrete la strada dei negozi. Fatela tutta, seguendo le indicazioni per il Museo del folklore (all’interno del Kastro, che noi abbiamo trovato chiuso col lucchetto: se qualcuno lo trovasse aperto, può inviarci due righe?). Arriverete alla piazzetta con la chiesa di San Nicola e, alla vostra destra, ecco un arco in pietra: la porta del Kastro, del castello. L’unica porta di accesso. Dunque, facciamo un piccolo passo indietro: per oltre 350 anni, tra il 1207 e il 1566, l’Egeo e le sue isole furono possedimenti veneziani. Tra le Cicladi il centro più importante e più prestigioso era Naxos mentre le altre isole vennero assegnate come feudi ad alcuni baroni veneziani: pertanto, dal 1389 Paros e Antìparos passarono alla famiglia Sommaripa. Nel 1440 Maria Sommaripa sposa un nobile veneziano, Giovanni Loredano (o Loredan), portando in dote proprio la piccola Antìparos. I tempi però erano tutt’altro che tranquilli: e così, per difendere l’isola dagli assalti dei pirati turchi, i due nobili fecero costruire un villaggio fortificato, ben evidente e ben conservato nella sua struttura. Quello che il Pinguino scriverà in questo testo lo potete leggere su una tabella piantata sul muro di una casa, alla destra, oltre la vecchia porta d’accesso. E’ una ricostruzione grafica, molto chiara, del Kastro. Allora: il Kastro è un quadrato di case, quattro lati di casine a tre piani, attaccate tra loro. Ciascun lato, che ospitava circa 200 abitanti, misura 53,80 metri. I muri esterni non avevano finestre ma piccolissime aperture perché dovevano servire come difesa, a mo’ di mura di cinta per il villaggio. I tetti, piatti, avevano un sistema di raccolta dell’acqua piovana che poi veniva fatta convogliare in cisterne. Al centro della minuscola piazza del villaggio alcuni scalini portavano alla torre di avvistamento (è stata rimossa nel secondo Dopoguerra, oggi, su quella collina c’è una cisterna per l’acqua): serviva a dare l’allarme, certo, ma anche da ultimo rifugio per la popolazione e probabilmente fu pure la casetta del signorotto dell’isola. La fila esterna di case a un piano, sotto alla collina (un esempio: la casetta con il negozio, anche questo chiuso, di souvenir….), è stata aggiunta nel 1800. Entrare nel Kastro è come tornare indietro nel tempo, al Medioevo: se passeggiate dentro al villaggio – roba da una manciata di minuti – vedrete come l’accesso alla case era esclusivamente interno al Kastro, attraverso delle scale di legno oggi sostituite dalla pietra. Le chiesine del Kastro anche loro sono state costruite successivamente. Ma, proprio davanti alla chiesina dal cupolotto azzurro, ben conservata e pure lei chiusa, sul muro di una bella casa dalle finestre e scale celesti, ecco il rilievo del leone di San Marco, a testimonianza dei tempi che furono, con – nel fregio in alto – la corona a cinque “palle”, simbolo di nobiltà (il riferimento è al Loredano). Se il Kastro venisse interamente ristrutturato (ne avrebbe bisogno….) e pubblicizzato come si deve (magari, facendo anche pagare un euro di biglietto….), costituirebbe un’importante attrazione per quest’isola, né più né meno che le grotte! Le guide dicono che in nessun altro luogo, a eccezione di Folegandros, questo tipo di struttura è così ben riconoscibile!

La grotta di Aghios Ioannis

Non mancano indicazioni per arrivarci: a circa 9 km a sud della Chora c’è un bivio. Si sale sulle pendici del Profitis Elias (399 m di altezza, voi siete invece a 250) ed eccola lì, l’entrata alla grotta, con tanto di comodo parcheggio (strada asfaltata). Altrimenti: più volte al giorno (ogni ora in alta stagione) parte – dal molo di Antìparos – l’autobus che porta a soli 100 metri dall’ingresso della grotta (1,40 euro a corsa). Questi autobus dovrebbero proseguire alla volta di Soròs e Aghios Geòrghios (informatevi prima, informazione letta e non testata!!). Altra info letta: se siete in vacanza a Paros e volete farvi la gita di un giorno ad Antìparos, alcune corse dei traghetti in partenza da Paroikià, dopo una sosta ad Antìparos, proseguono fino alla spiaggia di Apàndima (che ha un moletto), sotto alla grotta di Aghios Ioannis. Poi, immagino ci si arrampichi con qualche mezzo (qualche guida parla di asinelli, ma il Pinguino non li ha proprio visti…). A piedi, dalla Chora si impiegano circa 2 ore. Ultima soluzione: la mountain bike, ma sappiate che la salita è – per i pigroni come il Pinguino – salita! Probabilmente, è una gita prevista anche dalle barche che fanno il tour dell’isola (purtroppo il Pinguino è capitato a fine agosto, quando … era già fine stagione ad Antìparos…). La grotta, la più “vecchia” della Grecia, è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 16, il biglietto costa 5 euro. L’area totale è di circa 5600 metri quadrati e la temperatura in inverno segna 15 gradi centigradi (in estate siamo ben oltre, nel senso che non occorre il maglioncino) e l’umidità è del 65%.

L’ingresso ad arco della grotta è largo 20 metri e alto circa 8. Alla sua sinistra, la chiesa del 1700 di Aghios Ioannis Spiliotis (San Giovanni della Grotta). La stalagmite enorme, che è l’ingresso della grotta, è la più antica in Europa: ha 45 milioni di anni.

Ci sono tre grandi sale. Diciamolo subito: si scende giù – se volete – di 100 metri, fanno 354 – qualcuno scrive 410 – scalini di cemento (meglio non infradito…). Le zampette del Pinguino si sono fermate prima, mooolto prima (ma se qualcuno volesse raccontare com’è il “dopo”….). In realtà, come tutte le grotte, potrete vedere stalattiti e stalagmiti. Quello che di particolare ha questa grotta, che non è assolutamente claustrofobica (è alta anche 15 metri con alcune parti inesplorate), sono alcune iscrizioni lasciate da visitatori più o meno antichi (qualcuno potrebbe anche chiamarli vandali….). E allora, ad esempio, dopo un centinaio di gradini, eccovi in una grande “sala” con scritte tipo “Gladiateur 1876″, “Cabochet pere et file, 3 giugno 1776″, “H. Cadisch 1888″, e altre “scritte” così. Il Pinguino non l’ha vista (verosimilmente era più sotto, o proprio non ci ha fatto caso) ma le guide segnalano nella “sala principale” una stalagmite di otto metri chiamata Aghia Tràpeza (Tavola sacra o altare) con un’iscrizione in latino che recita così, tradotta: “Cristo mi è apparso a mezzanotte prima della festa, 1673″ (altra versione: “qui Cristo stesso ha festeggiato il suo compleanno nel bel mezzo della notte del 1673″. Misteri della traduzione). A “firmarla”, l’eccentrico marchese di Nointel, ambasciatore francese a Costantinopoli (Istanbul), che quell’anno visitò l’isola e soprattutto quella grotta, perché secondo le informazioni in suo possesso lì avrebbe trovato dei reperti preziosi da far “traslocare” in Francia. Così, lui e la sua scorta entrarono nella grotta e siccome era Natale, assieme al sacerdote che lo accompagnava, decise di celebrare la santa messa con il suo seguito (500 persone tra cui pittori, pirati, gesuiti e turchi!) proprio sulla sommità di una stalagmite, che sembrava un altare.

Altra “nobile” scritta, quella del 27 settembre 1840: è di Ottone I Wittelsbach, primo re della Grecia indipendente (dai turchi). Oh: gradini e luce elettrica non c’erano (la luce è arrivata nel 1995), i “visitatori” semplicemente a quei tempi arrivavano fino alla spiaggia di Apàntima su piccole imbarcazioni, poi salivano la collina con gli asini per farsi calare con le funi alla luce delle fiaccole.

Attenzione: prima di scendere nella grotta, nello spiazzo antistante, c’è una tabella in marmo con i dieci nomi di coloro che congiurarono contro Alessandro Magno e che, inseguiti (il complotto fallì), si rifugiarono qui (siamo nel 327 dopo Cristo, è chiamata la congiura dei “paggi”). Fino al secolo scorso l’incisione era leggibile sulla stalattite. Invece è sopravvissuta – le guide però non indicano il dove, dev’essere per forza lì dove il Pinguino non ha zampettato – una del VII secolo a. C. del poeta Archiloco, che tra l’altro era di Paros (728-650 a.C.). Purtroppo, durante l’occupazione russa (1770-1774, per passare di nuovo ai turchi fino alla Guerra di Indipendenza nel 1821) pare che gli ufficiali “tagliarono” molte stalattiti per inviarle all’Hermitage di San Pietroburgo. E, recita, il sito dell’isola che riprendiamo testualmente, “anche nella Seconda guerra mondiale la grotta è stata danneggiata dai soldati italiani” (piglio sempre dal sito: “durante la Seconda guerra mondiale, Antìparos ha preso parte attiva alla Resistenza contro i tedeschi. E’ stata utilizzata come base segreta degli Alleati, e un capitolo importante della storia della Seconda guerra mondiale si chiama proprio ‘Operazione Antìparos’, con conseguenti arresti ed esecuzioni di patrioti greci e degli Alleati”). Nelle situazioni più “turbolente” potete ben immaginare come la grotta sia servita da riparo agli stessi abitanti di Antìparos. Grotta che è stata abitata comunque sin dall’epoca primitiva mentre nell’età classica pare fosse il luogo di culto della dea della caccia, Artemide (Diana per i latini). L’interno della grotta è rimasto sconosciuto fino al 1673, sì, proprio l’anno dell’ambasciatore francese. Ultima notizia: la grotta si è formata dalla corrosione del calcare, ed è stato stimato che per creare un centimetro di una stalagmite ci vogliono 80-120 anni!

Le spiagge…
… a nord

Alla “periferia” est della Chora, Aghios Spyrìdonas è una baia piuttosto grande ma stretta, ad arco, dalla sabbia fine con tamerici. Il mare ha l’acqua bassa e sabbiosa, per questo è sempre “caldo” ed è l’ideale, anche per la vicinanza con il paese, per neonati e bimbi. Non è attrezzata, ma con taverna. Vista sul piccolo porto, il mulino e la chiesetta.

A nord del paese, invece, ecco le due spiagge di sabbia fine dirimpettaie al campeggio – una più grande, l’altra più piccola – dove il nudismo è ufficialmente consentito (sulla cartina vedrete segnata Diapòri o Nude beach). C’è una piccola Kantina, un furgoncino insomma, che passa di frequente tanto per non morire di fame e di sete! E c’è una rete per giocare a pallavolo nella spiaggia più grande. Davanti, vicinissimi da raggiungere a nuoto o pagaiando, gli isolotti disabitati di Fyra (il più vicino, Diplo, dicono che abbia delle gran belle spiagge). Con le loro dune e i cespugli di ginepro, le spiagge sono da vedere. Il mare è meraviglioso, e digrada tanto dolcemente che alle volte si può raggiungere Diplo a piedi! In sintesi, hanno acque poco profonde e calme anche se sono colpite dal Meltemi. E in un quarto d’ora a piedi ritornerete ad Antìparos.

… a est

Subito dopo la Chora, 5 minuti a piedi scendendo a sud, ci sono le tre Psaralikì: la prima, davvero vicina al paese, è la preferita dalla maggior parte dei bambini e delle famiglie. E’ una spiaggia sabbiosa con acque calme e trasparenti che degradano dolcemente. A fare ombra, le tamerici. Affittano lettini ma non ombrelloni. E affittano pedalò. C’è un bar-taverna.

Due minuti dopo, la più grande delle tre: è Psaralykì 2 o Fanàri, la spiaggia “dell’azione”: allora, qui ci sono due bar-taverna sulla spiaggia con piscina e musica (ci si diverte pure la notte!), beach volley, lettini e ombrelloni in affitto (veramente appiccati) con le tamerici quasi in mare. Sabbia sottile con ghiaietta. Oltre ancora, solo possibilità di noleggio lettini. In fondo, giochi d’acqua (kayak e la classica “banana”). Queste prime due sono abbastanza affollate e le migliori per i bambini più piccoli. Vista la grandezza delle tamerici, queste due spiagge sono anche il top quando il sole picchia duro!!

L’ultima – e la più tranquilla, altri 10 minuti di cammino – delle Psaralykì, chiamata anche Panagià, è una spiaggia di sabbia con tamerici. Il mare ha un fondo sabbioso. Si può trovare una taverna. Non attrezzata. Per bambini.

E poi arriva – a 5 km dalla ChoraGlyfà: sabbia fine, attrezzata con 10 ombrelloni (incredibilmente attaccati visto lo spazio che rimane!), ha alle spalle il bar-taverna Big Blue e un po’ di scheletri di case. A doppio arco, ha il fondo del mare sabbioso. Ombra, qui, zero. Poco indicata, se non fosse per – direttamente sulla strada – il cartello blu con i delfini della taverna. Per bambini.

Decisamente carina è Apàntima, un baia ad arco con taverna, studios e parcheggio sopra la taverna, a 8 km dal paese. Ha un moletto in mezzo: qui possono attraccare piccole imbarcazioni (ad esempio, un gommone). La sabbia della spiaggia è grossa, mentre il fondo del mare varia, ma per lo più è roccioso con acque di media profondità. Può essere divertente fare snorkeling su entrambi i lati della baia. Noleggiano lettini. Ok per i bimbi.

Un chilometro dopo, Soròs: è una delle spiagge più ampie e più belle dell’isola con un piccolo approdo per le imbarcazioni (10 km da Antìparos). Nella prima parte non è attrezzata, poi sì, in corrispondenza di beach bar. L’acqua qui va giù più decisa e ci sono rocce, ottimo per lo snorkeling. A nord, oltre il molo, c’è una piccola e isolata baia, con fondali sabbiosi e rocce sul lato nord. Più tranquilla rispetto alla spiaggia grande, ha la sabbia grossa e sparute tamerici. Non attrezzata. Meglio di no per i bambini, queste due spiagge. Anche questa è zona di studios e di appartamenti in affitto. (A proposito: proprio qua, nella zona di Soros avrebbe la propria casa l’attore Tom Hanks, che raggiunge ogni estate l’isola per le vacanze: il condizionle è d’obbligo perché in realtà una stretta – e comprensibilissima – cortina di privacy lo protegge per garantirgli vacanze il più possibile tranquille: se lo volete vedere sappiate comunque che ogni anno a luglio organizza la traversata a nuoto da Paros ad Antiparos, cui partecipa egli stesso).  Da Soros in giù è tutto sterrato, alle volte bello pietroso. Accessibile con lo scooter ma… fate attenzione! E’ in espansione in quanto a casine, potreste trovare anche qui qualcosa da affittare (chiedete, se interessati, anche ai proprietari delle taverne).

Sòstis: caletta lunga 100 metri dal mare celeste e blu, sabbia grossa, con parcheggio, no attrezzata, no taverne. Davvero un sogno. E’ selvaggia. In acqua c’è una prima parte con i sassi, poi subito ecco la sabbia. Degrada dolcemente. Ok per bimbi. Sulla sinistra l’ingresso in acqua è più facile!
Faneroméni: il Pinguino si è intortato con la mappa e ha scambiato questa spiaggia con Sostis. Sgrunt. Quindi, non può fare altro che attendere i vostri resoconti e pubblicare quanto scritto sul sito del Comune di Antiparos. Si tratta in realtà di due spiagge vicino alla chiesetta omonima: quella rivolta verso nord-est ha un paesaggio lunare con un fondale roccioso, mentre la seconda si affaccia a sud-ovest ed è una bella, piccola baia sabbiosa. Lo sterrato per le spiagge è molto difficile ma pare che valga la pena!

… a sud

Fuori della Chora, soltanto campagna e casette sparse qua e là, qualche chiesina e … due distributori di benzina. Lungo la strada verso Aghios Georghios (20 minuti, a 12 km) non c’è verde. Ma poi, quando la strada curva e hai davanti la baia di San Giorgio, non puoi non fare “oooooh” di fronte alla bellezza di questa insenatura sottovento, dal mare celeste e blu, con gli isolotti davanti (e Despotikò deve avere delle gran belle spiagge a vederle da qua!). In una caletta minuscola, la chiesina del santo con una mini mini spiaggia utilizzata soprattutto dai residenti per pescare. Prima della chiesetta, eccola là Aghios Geòrgios, un triangolo proteso nel mare, eccezionale, davanti a Despotikò. E’ una spiaggia di sabbia grossa con ciottolini, e abitualmente è attrezzata, ma a giugno 2016 non lo era più: verificate…  Ci si arriva attraverso una facile strada sterrata con un grande parcheggio. La baia è un rifugio sicuro per le barche e il numero di vele e catamarani ancorati lo dimostra: qui, nonostante il vento, il mare è calmo. Un mare sabbioso con ciottoli, dopo alcuni metri troverete dei banchi di alghe. Noi abbiamo visto pochi pesciolini ma – argh – il signore dell’ombrellone accanto è riuscito a pescare un polipetto! Ok per bambini. Come il Pinguino ha scritto nel capitolo pappa, qui ci sono delle ottime taverne di pesce e accanto alle taverne c’è un moletto dove partono le gite verso l’isolotto di Despotikò: il caicco che fa il servizio (con tanto di tabella sul molo) è il Sargòs 1. Gli orari delle partenze: 11, 12, 13, 15, 17 e 18.30 (verificate, però). Si può visitare il piccolo sito e/o nuotare tra acque cristalline e spiagge deserte. Al ritorno, una bella nuotata in una grotta. Il viaggetto in barca dura un’ora e mezza. Il ritorno dalla spiaggia è ogni 90 minuti. Per contatti, il cellulare del capitano è 0030 6973 79 48 76. Costo: all’ultima verifica era 20 euro. Qui, ad Aghios Georghios, non vi sarà difficile trovare ville, case o studios in affitto, è la zona dell’isola in cui maggiormente si sta costruendo! Una spiaggia davvero da vedere, fotografare, nuotare…. Accanto alle taverne, la fermata dell’autobus con gli orari in evidenza (secondo quanto c’è scritto, fa orario anche notturno, ultime due partenze alle 20.30 e alle 24).

Almyrà: striscia di sabbia con parcheggio, non attrezzata, ma non vale la pena avendo a due passi Aghios Geòrghios. Non ci sono taverne.

… a ovest

Dalla platìa Aghìou Nikolàou della Chora, dando le spalle al paese, in pochi minuti a piedi si raggiunge Sifneìko, una spiaggia di sabbia, ad arco e stretta, le rocce ai lati (snorkeling interessante). Può diventare ondosa con il Meltemi. C’è un bar-taverna. La spiaggia attira sempre più persone per il suo splendido tramonto, e in infatti viene chiamata Sunset beach. Se volete passeggiare un pochino, una mezz’ora circa, qui camminando lungo la riva arriverete alle spiagge nudiste del campeggio. Qualcuno dice che il paesaggio, per la sua costa piatta, gli scogli e la vegetazione, ricordi il nord Europa!

Più a sud c’è Livàdia: attenzione, se volete raggiungere questa spiaggia le indicazioni stradali per il bivio sono solo in greco (comunque c’è scritto, compresibilmente per tutti, Monastiria-Livadia) e solo dalla parte di chi arriva dalla Chora. Si attraversa un pezzo di isola bellissimo, tutto agricoltura e orti, viti, pomodori, meloni, angurie, animali. Decisamente inaspettato e allora sì che capisci da dove arrivi la verdura da queste parti! Poi, dall’alto, vedi quest’ampia baia, deserta, arrabbiata per il vento quel giorno (ma grazie al suo orientamento è sempre piuttosto ondulato), con le ondone appunto. La sabbia è grossa, non è attrezzata, niente taverne e niente tamerici, più selvaggia di così si muore. Sembra la classica spiaggia da naufragio. Anche qui però ci sono delle casette nuove in vendita, e persino con il verde sul tetto (che abbassa la temperatura della casa e aumenta la longevità del tetto)! Il fondo del mare è sabbioso. La strada per arrivarci è asfaltata. Potreste essere in grado di fare un po’ di surf qui! Non per bambini, troppe ondone e troppa corrente comunque, vista la posizione non riparata! Risalendo dalla spiaggia, non girate al bivio e proseguite dritti, sbucherete comunque sullo stradone Antìparos-Aghios Georghios, ma praticamente in bocca a Fanari.

A dir la verità, a sud di Livadia ci sarebbe la spiaggia di Monastìria: il Pinguino non c’è stato perché ha letto che sarebbe meglio andarci con il fuoristrada visto lo sterrato. Se c’è qualcuno che l’ha vista, batta un colpo… di ala!!! Con foto, plizzz!!

La pappa

Dunque, il Pinguino ha sempre visto Antìparos in una sola giornata e l’unico pasto antipariano è stato il pranzo ad Aghios Geòrghios, lungo il molo dove ci sono due famose taverne di pesce, l’Akrogiàli e Captain Pippinos. Attirato dalla lettura di una guida che descriveva Antiparos come il miglior posto della Grecia per divorare il povero polipo, il Pinguino non ha resistito. Doveva essere polipetto cotto nel forno a legna, invece è stato – come sempre – alla griglia. Ma va bene lo stesso. Lo spettacolo di mangiare con quasi i piedi in acqua, l’isolotto di Despotikò davanti, i polipetti e i pescetti essiccati sul filo spinato appoggiato a dei rami secchi a loro volta infilati nel cemento, hanno contribuito alla riuscita di un sano pranzetto!! Ps: il Pinguino ha scelto la prima taverna, ma solo per comodità. Se invece siete nella Chora, le guide – e il Pinguino – consigliano Klimatària (in una traversa della strada “commerciale”, a sinistra arrivando dal porto. Un cortiletto dove si mangia in compagnia delle bouganville) e Stathèros, all’altezza del molo traghetti, la taverna storica dell’isola.

Sotto le stelle

Appiccicato a un vecchio palo della luce, il Pinguino ha “pescato” un invito a visitare l’Osservatorio astronomico di Antìparos: dunque, si trova a 200 metri dal porto, la direzione è quella del campeggio (il posto si chiama Kaloùdia). E’ aperto dalle 21.30 all’1.30, per gruppi superiori a 6 c’è il 20% di sconto sull’ingresso. “In una notte chiara, su un’isola tranquilla, è difficile dire dove finisca il cielo e dove inizi il mare”, recita il volantino. Già, credo sia un’esperienza meravigliosa poter osservare, là dove di inquinamento luminoso non hanno nemmeno mai sentito parlare, stelle, pianeti, nebulose, galassie, o anche semplicemente la luna “da vicino”. Sul volantino c’era anche scritto: quando la luna è visibile, potete fotografarla con la vostra macchina attraverso il nostro telescopio. Non si faceva nessun riferimento al periodo di apertura (solo in altissima stagione???), o altro. C’era però il numero di telefono: 0030 6984 144 350. C’è un volontario interessato?

Le feste

Sono cinque i momenti di festa di quest’isola: la sera del 7 maggio ci si ritrova nella chiesina di Aghios Ioannis Spiliotis, all’ingresso della grotta: balli tradizionali, cibo e vino a volontà per tutti. Il 23 giugno, alla vigilia della festa di Aghios Ioannis Kleidonas, musica e balli al porto. Si ricorda l’usanza del Klydona, ovvero del presagio: le ragazze attingono l’acqua in rigoroso silenzio e poi gettano in una brocca anelli e ornamenti per trarne, appunto, qualche presagio sul futuro il giorno dopo.

A metà luglio e per tre giorni (sempre il venerdì, sabato e domenica, nel 2011 era il 15, 16 e 17 luglio e sempre al porto) c’è la festa patronale di Aghia Marina, la chiesina vicina al mulino, di fronte allo scalo dei traghetti. Il primo giorno, gara di barche e di triathlon. Di sera, la premiazione dei vincitori e uno spettacolo folkloristico. Il secondo giorno, concerti e altre manifestazioni. Il terzo giorno, processione della santa icona, messa e la maratona per grandi e piccoli la mattina con, per finire, le premiazioni, musica, balli e cibo per tutti la sera. Se capite un pochino di greco, il programma lo potete scaricare sul sito del Comune (www.antiparos.gr, sotto il “Benvenuto”, iconcina rossa eoptasmos Ag. Marina). Naturalmente Ferragosto, l’Assunzione. Infine, il 7 settembre si festeggia la Panaghia Faneromeni, a sud di Antiparos, cui si accede dal porto con i caicchi dei pescatori. Se poi capitate in inverno alla Chora, c’è il Carnevale, con le danze dei gruppi di ballo locali e le canzoni del coro.

Il “Babbo Natale” di Sifneìko

Accadde nel 1960… La storia di Charles e di Stephanos la trovate qua. Ed è tutta da leggere:

http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/antiparos-1960-la-favola-di-natale/

 di Donatella Tretjak

Il Pinguino è stato ad Antiparos l’ultima volta a settembre 2017

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4 Risposte a“Antiparos, anti… doto allo stress”

  1. bella presentazione de”isola da parte del pinguino,molto interessante e suggestiva. la voglia di andare e’tanta in fondo bastano zaino ed una donna che ti ama!

  2. Maro ha detto:

    Sembra un paesaggio da fiaba, un posto incredibile, ma devo dire che è proprio così.
    Da anni passo le mie vacanze ad Antiparos e non mi stanco mai di scoprire questa isola. Bellissima, tranquilla e cordiale.
    Complimenti per la descrizione dettagliata.

  3. Fabrizia ha detto:

    È’ possibile affittare gommoni ad antiparos ??

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