Viaggio di nozze

Quel giorno, il 2 ottobre 1960, era una domenica. Le cronache raccontavano un delitto a Udine (“Vagabonda uccisa a colpi di pietra in testa”) e un’aggressione nel Goriziano (“Ispettore della Guardia di Finanza ferito a roncolate da un contrabbandiere”) e annunciavano un processo, “a carico di un gabbamondo”.

Quel giorno, il 2 ottobre 1960, era una domenica. Domenica d’autunno, domenica di campionato per le squadre di calcio. In serie A l’Udinese le avrebbe buscate di brutto in casa della Roma (1-6 il finale), la Juventus avrebbe piegato la Lazio 3-1 e il Milan si sarebbe fatto umiliare all’Appiani dal Padova: 4-1 per i biancoscudati. Intanto, la Triestina avrebbe battuto il Brescia 1-0 in serie B e la Pro Gorizia, in serie D, avrebbe perso a Trento per 0-1.

Quel giorno, il 2 ottobre 1960, era una domenica. Chissà come quei due giovani jugoslavi erano venuti a sapere che proprio quel giorno avrebbe iniziato le sue corse il treno Gorizia-Nova Gorica. No, i giornali dell’epoca non ce lo raccontano. Ci dicono però che, 10 minuti prima della partenza, si presentarono alla biglietteria e chiesero due biglietti per Nova Gorica, “diventando immediatamente oggetto di curiosità da parte di tutto il personale della stazione” scrisse il Primorski Dnevnik. E alle 7.20, al via della prima corsa per Nova Gorica, i due salirono a bordo del convoglio a Gorizia centrale. “Passeggeri erano due coniugi belgradesi che rientravano nel loro Paese. Mai treno – è il caso di dirlo – viaggiò con due persone sole. Poichè si trattava di una coppia di sposi si è voluto ritenere il tutto di felice auspicio” commentò l’anonimo cronista del Gazzettino. Erano, allora, tre le corse giornaliere: partenze da Gorizia centrale alle 7.20, 14.40 e 20.20 e da quella che era definita Gorizia Monte Santo (sì, la Transalpina: insomma, Nova Gorica) alle 8.18, 15.08 e 21.13.

Quel giorno, il 2 ottobre 1960, era una domenica. E due giovani belgradesi tornavano a casa da un avventuroso viaggio di nozze oltre cortina.

di Guido Barella

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