Sei idee per Budapest

Budapest è una città straordinariamente romantica, un piccolo sogno da vivere regalandosi anche soltanto un fine settimana lungo, tutto sommato a buon mercato visto che la capitale ungherese è ben collegata con l’Italia con numerosi voli low cost sia della Ryan Air (da Bergamo, Bologna, Pisa, Roma Ciampino e Treviso) sia della Wizz Air (da Bari, Catania, Forlì, Milano Malpensa, Napoli e Roma Fiumicino).

Lasciandosi cullare dalla magica atmosfera della riva di Pest del Danubio o delle stradine di Buda, la cittadella alta, è facile lasciarsi conquistare dalla città e con una buona guida in mano non perderete tutti i punti che restano comunque immancabili in qualsiasi tour: il palazzo reale e la chiesa di Mattia sulla collina di Buda (il nucleo originario dell’intera città) magari poi affacciandovi dal bastione dei Pescatori, proprio dietro alla chiesa, l‘isola Margherita (soprattutto se vi capitate a primavera…), via Váci, ovvero la via dello shopping, parallela al lungo Danubio (fiume sul quale non perderete l’occasione per una minicrociera), il Parlamento (ne è visitabile un’ala, comunque molto interessante: ne vale la pena e per i cittadini Ue l’ingresso è gratuito), la Grande Sinagoga, così chiamata perché non solo è la principale tra le 22 sinagoghe della città, ma è proprio la più grande d’Europa, e poi il parco di Városliget, arricchito nel 1896, in occasione delle celebrazioni per il millennio ungherese con il castello Vajdahunyad… Insomma, tutte le mete classiche che non mancano in ogni baedeker.

Il Pinguino, allora, vuole invece lanciare qualche altro suggerimento, per rendere davvero indimenticabile il soggiorno a Budapest.

E dunque ecco qua qualche idea.

Colazione a… New York

In Erzsébet körut, proprio all’incrocio con Bartcsay utca si trova il New York cafè, bar e ristorante dell’omonimo albergo adiacente, dal 2001 proprietà di un gruppo italiano, la Boscolo hotels. Entrare in questo palazzo della fine Ottocento in stile Liberty, significa fare un tuffo indietro nel tempo tra marmi e stucchi, tra sete e velluti: l’idea di iniziare la giornata facendo colazione qua è quanto di più fascinoso possa esistere. Il palazzo è del 1894, voluto dalla Compagnia di assicurazioni New York: il caffè venne aperto il 23 ottobre e divenne in breve il punto di ritrovo dei letterati della città, frequentato da scrittori e giornalisti, cui poi si aggiunsero anche i personaggi dello spettacolo. Poi, nel primo dopoguerra venne aperta anche una cucina e il locale divenne pure ristorante. Di certo, comunque, il locale non perse quel fascino che lo caratterizzò sin dal primo giorno di apertura, quando – secondo una sorta di leggenda metropolitana – lo scrittore Ferenc Molnar (l’autore dei “Ragazzi della via Paal”) gettò le chiavi del locale nel Danubio perché il caffè doveva rimanere aperto giorno e notte (fosse vero questo fatto, più che un gesto d’artista scapigliato andrebbe registrato come una monelleria: Molnar all’epoca aveva appena 16 anni…). Quel fascino ritrovato oggi, dopo che nella seconda metà del ’900 il locale e l’edificio tutto vissero lunghi anni di oblio, tanto da venir trasformati perfino in magazzino prima di chiudere. Fino al 2006 quando la nuova proprietà che cinque anni prima aveva acquistato l’edificio, l’ha riaperto regalandogli l’antico, magico splendore. Anche soltanto per una colazione il menu offerto è straordinariamente ricco, spaziando tra la tradizione mitteleuropea fino a quella italiana: scegliendo un menu da colazione completo si pagherà l’equivalente di circa 15 euro a testa (l’Italian breakfast costa 4500 fiorini), ma ne vale assolutamente la pena, se non altro per il piacere di restare seduti tra tutti quei marmi e quegli stucchi, tra gli specchi dalla cornice dorata, sete e drappi di velluto. Il servizio poi è assolutamente all’altezza e quindi perché non goderne?

Le acque della salute

Lo si sapeva sin dai tempi dell’antica Roma: questa intera area è ricca, ricchissima di acque termali. Solo a Budapest si trovano 130 fonti, un decimo di quelle registrate in tutto il paese. Molti degli stabilimenti termali cittadini hanno sede in palazzi degli inizi del ’900 e anche al loro interno si respira, tra i vapori dell’acqua termale, davvero un’atmosfera d’altri tempi. Gli ungheresi, del resto, amano molto farsi cullare dalle acque e affidarsi alle mani del personale che vi lavora, il che rende le terme posti vivi e vivaci. Un fascino particolare è quello del Bagno termale Széchenyi, uno dei maggiori complessi balneari d’Europa, nel cuore del parco di Városliget: il primo bagno termale di Pest funzionava come “bagno artesiano” già nel 1881 ed è stato ampliato nel 1927. Conta complessivamente 18 piscine con all’aperto una piscina da nuoto (a 27°), una piscina con idromassaggi (estate 30°-inverno 34°) e una piscina termale (38°), oltre ad altre 13 altre piscine termali (dai 20 ai 40°). Lo stabilimento è aperto tutti i giorni dalle 6 alle 22 e il biglietto giornaliero con armadio costa l’equivalente di circa 12 euro mentre con cabina sono circa 13 euro (bisogna portarsi asciugamani, accappatoio, ciabatte, cuffia da nuoto, tela e costume, perché il biglietto d’ingresso non comprende l’attrezzatura da bagno). Straordinariamente ricco di fascino è anche lo stabilimento Gellért, a piedi della collina di Buda, lungo il Danubio (l’indirizzo è Kelenhegyi út 4). Già nel XV secolo erano note le “fonti magiche” di Buda mentre il complesso che comprende l’albergo e le fonti Gellért fu costruito tra il 1912 e il 1918 e rappresenta uno dei più bei palazzi Liberty della città: tra mosaici e maioliche anche gli interni sono letteralmente da sogno. Il bagno termale è alimentato da 13 fonti con acqua leggermente radioatttiva ricca di sodio e di calcio a temperatura variabile tra i 27° e i 48°. Apertura quotidiana dalle 6 alle 20, il biglietto costa con armadietto l’equivalente di circa 15 euro e con cabina l’equivalente di circa 16 euro. Anche in questo caso i clienti devono portarsi tutto il necessario con sé.

Il passato non va dimenticato

Se passate anche per sbaglio davanti a questo palazzo di Andrássy út. 60 (uno dei viali più belli di Budapest, che dal centro sale fino al parco di Városliget), vicino alla stazione Oktogon della metropolitana, non potete non accorgervi di questo palazzone d’angolo. E non solo, o non tanto, per la copertura aggiunta con la scritta “terror”, no: è che all’altezza degli occhi lungo tutto il palazzo ci sono al muro delle foto, racchiuse in cornicette come quelle dei cimiteri, e sulle sporgenze del muro stesso sono appoggiati lumini e fiori. Perché questa è quella che si chiama la Casa del Terrore: qua avevano avuto la loro sede – in una sorta di staffetta che dovrebbe far riflettere… – prima la polizia politica nazista poi la polizia politica comunista. Il museo Casa del Terrore (in ungherese la Terror Háza) è stato aperto il 24 febbraio 2002 ed è un omaggio a quanti anche in Ungheria sono stati perseguitati, imprigionati, torturati e uccisi prima sotto il regime nazista quindi sotto il regime comunista. Un’opera di straordinario effetto, magari con qualche diffettuccio (non è sempre fruibilissimo nella lingua, con molte indicazioni solo nell’impossibile ungherese) ma, come dire, importante. Importante perché è questa la storia del ’900 nell’Est europeo. La visita è un pugno allo stomaco sin dall’ingresso, con quel tank sovietico piazzato nel cortiletto interno con, sulla parete al fianco, incisi i nomi delle vittime dei due regimi. Quindi, l’itinerario segue la cronologia dei fatti, l’occupazione tedesca, i collaborazionisti ungheresi delle “Croci frecciate”, la guerra e poi l’occupazione sovietica, le orgogliose rivolte ungheresi, le risposte di Mosca… Fino ai sotterranei, dove si trovano le celle e le sale di tortura. Ma non può non colpire, poco prima dell’uscita, un ultimo corridoio, con le fotografie, i nomi e le date di nascita e di morte (ma non per tutti: qualcuno evidentemente è ancora vivo) dei torturatori che in queste stanze hanno operato. Segno che, a differenza di altri Paesi dell’ex blocco comunista, l’Ungheria ha voluto e ha saputo, con grande coraggio, fare i conti con il proprio passato. Peccato che poi l’attualità politica del Paese parli di nuove derive nazionalistiche e fasciste… Come dire che una visita alla Casa del terrore fa sempre bene. Se non agli occhi, comunque alla mente. Gli orari sono: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 19.30. Costo del biglietto l’equivalente di circa 6 euro. Sito internet: www.terrorhaza.hu

Santo Stefano in musica

La basilica di Santo Stefano è nel cuore di Pest, la parte bassa della città, dedicata al primo re ungherese cristiano: costruita tra il 1867 e il 1905, al suo interno conserva una reliquia particolarissima, la mano destra proprio di re Stefano. L’opera principale è un dipinto di Gyula Benczúr che rappresenta la consacrazione dell’Ungheria da parte di re Stefano alla Madonna. Ma settimanalmente si rinnovano in Santo Stefano occasioni particolarissime per vivere la basilica in maniera assolutamente unica, imperdibile: sono i concerti che vengono organizzati all’interno con grande protagonista l’organo della chiesa. Quindi, musiche di Bach, Albinoni, Schubert, Mozart da godere nella penombra della chiesa alla sera. Informatevi ai banchetti immancabili all’ingresso della basilica oppure date un’occhiata al sito internet www.concertsinbudapest.com: se avete fortuna e c’è un concerto durante la vostra permanenza in città (di solito iniziano alle 20 e durano poco più di un’ora) approfittatene.

La Mitteleuropa sottoterra

Budapest ha tre linee di metropolitana, riconoscibili per colore: giallo, blu e rosso. La prima linea, la M1 gialla, corre dalla riva del Danubio dritta lungo l’asse di Andrássy út. fino al parco di Városliget, ed è stata costruita nel 1894 in occasione delle celebrazioni del Millennio. E quindi rispecchia l’epoca di costruzione con stazioni Liberty assolutamente deliziose tutte da vedere. All’esterno, in strada, le indicazioni sono tabelle di colore giallo con la scritta Földalatti e più in piccolo il logo con la “M”: sempre a causa della lingua “impossibile” può capitare di sbagliare direzione ma all’interno dei vagoni ci sono sempre le cartine delle linee per orientarsi e capire quindi se la direzione è quella giusta. Con la carta Budapest – acquistabile anche in aeroporto, sconti in numerosi musei, durata a scelta: info, in inglese, sul sito internet budapest-card.com/en/ – si viaggia gratis in Metropolitana per tutto il periodo di durata della carta stessa. E gratis si viaggia, con la carta Budapest, su tutti i mezzi pubblici. A questo proposito val la pena ricordare che Budapest è anche città di tram, che peraltro corrono velocissimi:attenzione quindi! E quando volete scendere prenotate la fermata, altrimenti le porte non si aprono… (La carta Budapest non vale invece per la cremagliera che dal ponte delle Catene sale a Buda.)

La città al mercato

Per immergersi nella vita quotidiana non si può non fare un salto al mercato coperto centrale di Kökponti Vásárcsarnok, in Vámház körut 13, nei pressi del ponte Szadabság (dall’altra parte del Danubio c’è il complesso termale Gellért). Ebbene, tralasciate pure il piano superiore del mercato dove si trova ogni tipo di paccottiglia venduta come souvenir di qualità quantomeno discutibile) e dedicatevi al piano terra. Ebbene qua trovate i tradizionali banchi della verdura, della frutta, del pane, della carne, del pesce. E c’è perfino un banchetto che vende esclusivamente uova. Godetevi i colori, i profumi, i rumori del mercato, magari la mattina. E concedetevi un panino con il salame ungherese, capita anche di avere il banco del pane di fronte a una delle tante macellerie: approfittatene.

Guido Barella

(ultima visita a Budapest nel novembre 2012)

Ps: se hai trovato interessante questo articolo dedicato a Budapest clicca mi piace sulla nostra pagina Facebook: www.facebook.com/ilpinguinoviaggiatore

 

468 ad

Scrivi un commento