Schinoussa: silenzio, pace e tramonti mozzafiato

Silenzio, tanto silenzio. Ogni tanto, l’abbaiare di un cane o il raglio di un asino. In lontananza il rumore di un motorino o, ancor più raramente, quello di un’auto. Davanti agli occhi, panorami mozzafiato. E poi, anche a Ferragosto spiagge pressoché deserte per godersi un mare che è una favola.

Benvenuti a Schinoussa, nelle piccole Cicladi. Davanti c’è Iraklià, sopra c’è Naxos, di là si vedono Keros e Kato Koufonissi mentre Koufonissi ( http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2011/06/koufonissi-lisola-di-capitan-nicholas/ )  spunta appena. E poi laggiù, proprio in fondo, a est, visibile appena c’è Amorgos (http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2012/07/amorgos-quel-monastero-e-un-miracolo ,  http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2012/07/amorgos-il-sorriso-di-sorella-irini/ ,  http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2012/07/amorgos-il-grande-blu/ )laggiù, a sud, Santorini.

Benvenuti nel regno del silenzio. Due sole strade asfaltate, quella, un chilometro sì e no, che dal porto sale alla Chora (chiamata anche Panaghia) e quella, lunga 1,6 km, che dalla Chora arriva a Messaria. Poi, tante stradine bianche per raggiungere le spiagge. Sì, perché sono proprio numerose le spiagge di questa oasi della pace e del riposo, così numerose che in una settimana – a meno di zampettare tra una e l’altra come grilli – nemmeno si riesce a godersele tutte. E il nostro mondo, il nostro traffico, i nostri condomini di città, il nostro stress quotidiano diventa all’improvviso un ricordo lontano, una realtà alla quale poi non vorresti mai tornare.

E’ piccola, piccolissima (tanto per avere un’idea: 9 kmq e, in inverno, 200 abitanti), Schinoussa, ma non manca nulla. Ci sono gli alberghi, le taverne, i bar, i negozi di alimentari, il panificio, l’edicola-libreria-agenzia marittima, il medico (riceve all’ambulatorio, sulla destra appena imboccata la strada per Messaria, vicino c’è il monumento ai caduti, nei giorni feriali dalle 10 alle 14), l’affitto di motorini e quad, il bancomat (attenti però, in estate può capitare di trovarlo “vuoto” e si deve aspettare che da Naxos arrivi il furgone della banca che fa il giro delle isole per il rifornimento) e perfino, dal luglio 2013, il distributore di benzina: quanti mesi servano perché svuoti il serbatoio non è dato a saperlo, ma c’è.

Il contatto con il mondo lo garantisce lui, lo Scopelitis (http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2012/09/arriva-lo-skopelitis-ed-e-festa-in-ogni-porto/) la mattina il traghetto salpa diretto a Iraklia e Naxos, il pomeriggio sulla rotta contraria, andando poi a toccare Koufonissi e Amorgos (ogni due giorni anche Donoussa). In estate tre/quattro volte la settimana, la Blue Star assicura il collegamento con il Pireo. Anche la Nel fa scalo, ma più raramente ancora. Pochi momenti, l’arrivo dei traghetti, in cui l’isola all’improvviso si anima: i furgoncini degli alberghi fanno la spola con il porto, gli abitanti mollano le loro occupazioni per scendere a scambiare un saluto con i marinai e a ritirare posta e merce in arrivo. Pochi momenti, appunto, e poi – con le auto che risalgono alla Chora, l’isola ritrova come per incanto la sua immagine. E il suo silenzio.

Un silenzio che avvolge anche tutta una serie di storie più o meno leggendarie che si sono sviluppate in questo angolo delle Cicladi. Ad esempio, quella che riguarda i mulini. Sono cinque, tra Messaria, il monte Vardies (monte: 133 metri…) e il paese: ebbene, unendoli tra loro si scopre che compongono due linee rette che si incrociano ad angolo retto al mulino di Vardies. E poi c’è la storia dell’origine di Messaria: il paesino sarebbe stato fondato da sette fratelli che un dì – qualche bella decina di anni fa – decisero di andarsene dalla Chora per fare vita per conto loro: già, c’era troppa gente in paese… Oppure la penisola di Ai Vassilis, che cinge a sud la spiaggia di Livadi e tuttora avvolta dal mistero. Si favoleggia di loschi traffici (di reperti archeologici protetti?) consumati con tanto di sparatorie e azioni alla James Bond nella villa (villa… c’è perfino un anfiteatro!) che si scorge appena osservando la penisoletta dal lato della baia di Aligaria. Ma anche di quel tale, un inglese, che l’aveva comprata e vi visse fino al giorno in cui fu costretto a fuggire dopo aver messo incinta una ragazzina del paese. Gli bruciarono gli ulivi per fargli capire che doveva andarsene, non prima di aver assicurato un importante conto in banca all’erede indesiderato e aver acquistato e regalato una casa da destinare ad albergo all’isolana sedotta e abbandonata. Certo è comunque che ancora oggi la penisola (e la villa annessa) è ben abitata, a giudicare dagli yacht ormeggiati nella baia di Aligaria e dal fatto che ogni tanto vi atterra un elicottero. In paese, poi, vi capiterà di notare esposti nella libreria-edicola della via principale i libri di un italiano, Claudio Forte, che su quest’isola ormai da anni – dopo aver deciso che era stufo del proprio lavoro di manager a Milano – trascorre l’intera stagione estiva (e Livadi è la sua spiaggia favorita, sempre sotto la stessa tamerice!). I libri non sono proprio indimenticabili capolavori della letteratura contemporanea ma aiutano a conoscere meglio l’isola.

La vita nella Chora si sviluppa proprio qua, lungo la via principale, quella che sale dal porto. Saranno cinquecento metri in tutto tra i tavolini di tre, quattro bar, le terrazze dei ristoranti e i pochi negozi. La mattina, il tempo di fare la colazione al bar della piazza o seduti su un muretto dopo aver acquistato la pita al cioccolato in panificio, e il paese diventa, se possibile, ancor più silenzioso. Si va tutti alle spiagge, e davvero non si ha che l’imbarazzo della scelta.

 Già, ma come si va? La scelta più naturale è quella di farsi una bella passeggiata. In fondo, anche la spiaggia più lontana la si raggiunge in una mezzoretta. Altrimenti si può decidere di noleggiare un motorino (ma, se si è in due, è meglio un quad). Faros bike, ovvero il noleggio gestito da Maria Grispou (telefono fisso 0030-22850-71920; cellulare 0030-6977-366853; email grispou_m@yahoo.gr) è alle porte del paese: proprio alla fine della Chora in direzione della spiaggia di Lioliou si gira a sinistra su una strada molto larga (stanno costruendo una sorta di “circonvallazione” -!- dell’abitato) e lo si trova in una casa sulla destra: non è facilissimo da individuare ma lo si nota per i mezzi parcheggiati nel giardino. Inutile cercarla prima delle 9.30 del mattino. Tenete poi presente che nei mesi centrali della stagione molti alberghi offrono un servizio di navetta verso le spiagge più importanti: verificate alla reception e valutate se l’offerta fa per voi o se preferite piuttosto la massima libertà, anche negli spostamenti.

Le spiagge

Dal paese la spiaggia più vicina è Tsigouri. Camminando lungo la strada principale in direzione porto, prima di uscire dal paese c’è una stradina che scende sulla sinistra con un’indicazione su cartelli in legno attaccati su un palo della luce. Sono appena 450 metri: troverete anche un bar e due o tre grandi ombrelloni con le sdraio. Più bella, molto più bella è invece Livadi. Dal centro del paese si va in direzione opposta al porto e prima di uscire dal paese la strada per raggiungerla è sulla destra, anche questa segnalata. In tutto è comunque un chilometro, se non anche qualcosina di meno (il problema, se problema è, sarà al ritorno con una bella salita). Ad attendervi troverete una striscia di sabbia lunga forse più di 300 metri abbastanza larga, cinta dalle tamerici che offrono le loro ombra se non avete con voi l’ombrellone. Il mare è una favola in quanto degrada dolcemente e per gli appassionati dello snorkeling è una vera pacchia. Alle spalle, poi, una taverna (cucina niente di speciale ma per uno spuntino va più che bene: in quella posizione e con quella vista, poi…): è anche affittacamere e la proprietaria è Irene Nomikou (i numeri di telefono sono 0030-22850-71995, 0030-210-9610465 e 0030-6945-936377, sito internet www.livadirooms.com). Tamerici, sabbia, una taverna (decisamente migliore) e in più pure un albergo a Lioliou (il cafè restaurant si chiama Akathis, l’albergo Lioliou Beach hotel, i telefoni sono 0030-22850-71575 e 0030-22850-71562, http://www.lioliou-beach.com), forse la spiaggia più lontana dal paese (a piedi ci si mette una mezz’oretta: la strada permette di spaziare con lo sguardo attraverso tutte le Cicladi) e comunque tra le più belle in assoluto dell’isola. Una volta a Lioliou non perdete l’occasione di fare una passeggiata lungo il viottolo che vedrete alla vostra destra guardando il mare: raggiunge la punta dell’isola con le rocce che scendono a picco sul mare (ma c’è anche una spiaggetta, ai vostri piedi) mentre lo sguardo si perde all’orizzonte giocando a riconoscere le altre isole (quella vicinissima e piccolissima, disabitata, si chiama Aspronissi, poi dietro ci sono le altre, da Keros, la più vicina, ad Amorgos, la più lontana). Attenzione, però: nei giorni di vento Lioliou e le altre spiagge che si trovano su questo lato dell’isola hanno il mare forte e quindi è il caso di evitarle. Altrimenti sono piscine nelle quali perdersi con maschera e boccaglio inseguendo i pesci. E tra le spiagge sul lato est dell’isola ecco poi quella di Almiros, adornata dalle tamerici, che nel corso dei mesi top della stagione estiva viene anche servita da una taverna (Anatoli) che si trova però a discreta distanza dalla spiaggia stessa: un addetto comunque fa su e giù continuamente. Già da fine agosto però la taverna è chiusa.

Sempre sul medesimo lato dell’isola, ma più a nord, ecco Psili Ammos, una delle centinaia e centinaia di Psili Ammos che si trovano in tutta la Grecia. Questa però è una delle Psili Ammos decisamente più belle. Ci si arriva da Messaria dalla quale dista 600 metri (e quindi dalla Chora sono in tutto 2,2 km) e dopo l’ultima curva vi troverete di fronte una striscia di sabbia che si incunea nel mare circondata da alte dune di sabbia. Qualche tamerice anche qua potrà offrirvi un po’ di sollievo, altrimenti il sole picchia. E allora, in acqua! Inutile aggiungere quanto ne valga la pena! Sempre su questo lato dell’isola, troverete poi la spiaggia di Fikio: per raggiungerla si deve girare a sinistra subito prima di Massaria per proseguire dritti tenendovi però sulla destra. Molto probabilmente troverete un cancello chiuso lungo il viottolo: si può comunque oltrepassarlo, anche se la spiaggia – vista l’altissima media generale dell’isola – non è poi tra le migliori. In quella spiaggia abbiamo anche visto praticare il naturismo, ma non sappiamo se sia un’abitudine consolidata o se era così solo perché fino a quando siamo arrivati noi quella coppia era sola e quindi non si poneva troppi problemi.

Imboccando la medesima strada subito prima di arrivare a Massaria, ma svoltando poi a sinistra dopo poco, si raggiunge la baia di Gerolimionas. La stradina non arriva direttamente in spiaggia, se anche siete motorizzati dovete lasciare a un certo punto il vostro mezzo. Quindi farete un po’ le caprette: per carità, niente di pericoloso, ma se avete intenzione di andare lì evitate le infradito. Lo spettacolo che avrete davanti agli occhi già scendendo lungo il sentierino è assolutamente unico, davvero una meraviglia totale: la baia è profonda e le tonalità di blu che offre il mare prima di abbandonarsi al largo sono incredibili. Inutile dire che qua è troppo bello poi scendere in acqua con maschera e boccaglio. In particolare, nuotate verso sinistra, lungo le rocce: il fondale va giù improvvisamente di parecchi metri e vi troverete in un acquario. Ha solo un difetto, Gerolimionas. In questa spiaggia di ciottolini misti a sabbia è pressoché impossibile avere ombra, non ci sono le care tamerici. Quindi, se non avete l’ombrellone, evitate di andarci i primi giorni di vacanza e poi prevedete di stare parecchio in acqua. A questo punto, inutile aggiungere che non esiste nessun altro tipo di servizio: portatevi quindi almeno anche l’acqua. Comunque, però, andateci: è troppo bella. E anche nei giorni di meltemi è talmente riparata che qui potrete godervela.

Infine, la spiaggia (sabbiosa) del porto nella baia di Mersini. Le toccate dei traghetti sono così poche che al massimo – se siete mattinieri – davanti ai vostri occhi arriverà lo Scopelitis diretto a Naxos, e lo ritroverete al pomeriggio quando fa il viaggio contrario. Insomma, è una gran pace anche questa spiaggia, ai piedi del paesino. Cinta dalle tamerici, è dunque ombreggiata oltre che sicura anche nei giorni di vento e offre un mare molto bello che degrada dolcemente e che quindi permette di godersi il bagno.

Dunque: spiagge ce n’è a volontà, ma solo a Tsigouri, Livadi e Lioliou troverete di che rifocillarvi (oltre che a Mersini, in quanto comunque vicinissima alle taverne del porto): tenetelo presente. E non preoccupatevi per trovarle: in albergo vi daranno una bella mappa dell’isola e vi indicheranno le varie spiagge: raggiungerle sarà facilissimo in quanto è pressoché impossibile sbagliare strada, l’isola è così piccola!

A cena

Anche per la cena non avrete che l’imbarazzo della scelta. Mediamente la qualità è buona (e anche molto buona) e i prezzi non sono un attentato al portafoglio. Anzi.

In paese innanzitutto fermatevi al ristorante degli 8 Fratelli (8 Adelfia; tel. 0030-22850-76012): gran parte del menù è costruito con carni, formaggi e verdure di produzione propria in quanto la famiglia (coltivatori e allevatori) vive sull’isola tutto l’anno. Straordinari sono proprio i formaggi (il ladotiri è duro, lo xinomyzithira è cremoso e il kopanisti è speziato) e ottima la carne. Si spende una media di 15 euro a testa. Fino al 2012 la lista dei cibi era accompagnata anche da alcune foto dell’affollata famiglia (otto fratelli, appunto…) e spiegava la vita sull’isola. Ora si sono fatti più professionali ma è un peccato: quel menu era proprio carino.

Quasi di fronte, imboccando un vicoletto, c’è Margherita: specializzato in pesce fresco, di buona qualità se non si ha la sfortuna di capitare nella serata no del pescatore e del cuoco. Appena fuori stagione però è meglio prenotare, in modo che si procurino il pesce. Buona anche la moussaka, preparata senza abbandonare in besciamella. Proseguendo lungo la strada, sempre sullo stesso lato del Margherita, eccoci arrivare al Deli, su una terrazza: in fondo, le luci che vedrete sono quelle di Santorini. Può sembrare un po’ fighetto, un po’ poco “greco”, ma in realtà abbiamo trovato un servizio molto cordiale, una cucina (sia carne che pesce: ottimo il ricco risotto ai frutti di mare) davvero buona e prezzi appena appena sopra la media (bassa) dell’isola. Sempre in paese ci sentiamo di segnalare anche il ristorante annesso all’albergo Meltemi, raccolto in una terrazza molto riparata. Conduzione familiare (mamma e papà in cucina, figlia ai tavoli) molto efficiente, cordialità, ottima cucina e un bel po’ di micetti che vi faranno gli occhi dolci da sotto il tavolo: carne e pesce nel menu, ma è l’atmosfera del posto a conquistare, proprio a dare gioia. Fuori paese, ricordiamo molto volentieri le due taverne sulle spiagge di Livadi e di Lioliou ma anche la taverna nel centro del paesino di Messaria: da andare a provare, se non altro per ripagare la squisita ospitalità dei gestori (ma anche la loro generosa bravura in cucina).

La passeggiata e gli acquisti 

Un’unica strada, sulla quale si affaccia qualche taverna e i pochi negozi. Schinoussa sta tutta qua ed è proprio questa la sua magia. Insomma, si sarà capito che qua non si viene per fare shopping! Però, un piccolo consiglio lo vogliamo dare comunque. Quasi di fronte al panificio, al fianco di un piccolo bar, nel muro intonacato di bianco, spunta una porta sotto la tabella che spiega che quello è un fruit market, pomposamente chiamato il Centro. In realtà la porta, scendendo un paio di gradini, introduce a quello che sì, un tempo era proprio un negozietto di alimentari – l’anziana proprietaria vi farà vedere le foto di quando su due scaffali riusciva a stivare un po’ di tutto, perfino le sigarette, e gli affari andavano: era ancora vivo il marito e anche lei era tanto più giovane… – ma che adesso è invece soltanto l’anticamera di un’abitazione privata. La sua. Lì, in quella prima stanzetta, la nonnina vende rakomelo ed erbe aromatiche. Il nome rakomelo viene dalla combinazione di raki (grappa) e meli (miele). Perché proprio così, aggiungendo a raki e miele numerose spezie (a iniziare da chiodi di garofano e dalla cannella), che la grappa nasce a Creta. Nelle Cicladi però (ed è Amorgos ad aver lanciato questo costume) il rakomelo perde il miele per accogliere, con la grappa, soltanto le spezie, oltre allo zucchero. Se a Creta e sul continente viene preferibilmente consumato caldo in inverno (sarà per i chiodi di garofano, ma ricorda vagamente il nostro vin brulè) qua nelle Cicladi si preferisce consumarlo a temperatura ambiente. Provatelo al bar, se non ne siete convinti. Il rakomelo della vecchietta è comunque davvero molto buono: sono 15 euro per le bottiglie da litro (7 euro mezzo litro) e ne vale la pena. Così come li merita la nonnina. Che altro aggiungere. Le pite al cioccolato del panificio, all’incrocio tra la via principale e la stradina che porta alla chiesa, sono davvero ottime per fare colazione, mentre magari per la merenda al ritorno dalla spiaggia fermatevi al bar-taverna della piazza: è anche pasticceria e le sue delizie sono da provare.

L’albergo

A Schinoussa ci sono quattro/cinque alberghi e qualche affittacamere. Noi però possiamo garantire solo per l’Iliovasilema (il Tramonto): ci siamo trovati così bene che siamo sempre tornati lì. Al momento della prenotazione provate a chiedere alla giovane titolare Evdokia se è libera qualcuna delle camere che guardano proprio sul tramonto, verso Iraklià: il panorama, con i colori della sera, vi resterà scolpito nel cuore. Inutile aggiungere che i titolari dell’albergo vi verranno a prendere al porto (e vi riaccompagneranno alla fine della vacanza) anche nel cuore della notte e che in alta stagione offrono il servizio-navetta per le spiagge. Il sito internet dell’albergo è http://www.iliovasilemahotel.gr, email info@iliovasilemahotel.gr ; i numeri di telefono 0030-22850-71948, 0030-22850-71161 e (mobile) 0030-697-2335217 mentre in inverno potete telefonare al numero di Atene 0030-210-9965631.

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(Guido Barella)

Ultimo viaggio: settembre 2014

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