Paphos (Cipro): in spiaggia con Afrodite

Afrodite, figlia di Zeus e di Dione, la dea dell’amore e della bellezza. E anche della fertilità. La “incontrate” qua, a Cipro. Perché qua è “nata” (anche se Kytera, isola greca situata sotto il “dito” più orientale del Peloponneso, si attribuisce a sua volta la “paternità” della dea…), qua “andava a bagnarsi”, qua ci sono i resti di un tempio affacciato sul mare (e questo c’è davvero, non è una leggenda: anzi, nell’antichità era importante quanto il santuario di Apollo a Delfi).
Al di là delle suggestioni mitologiche, tutta la regione di Paphos, tutto quest’angolo occidentale di Cipro è veramente da scoprire: spiagge solitarie per godersi il relax più assoluto, spiagge affollate per lasciarsi travolgere dalla follia vacanziera, mare allegramente ondoso, mare che è piscina trasparente, suggestivi siti archeologici  (http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2012/08/cipro-a-paphos-un-tuffo-nellarcheologia/)  che confermano per l’ennesima volta come le testimonianze migliori dell’era ellenistica siano forse soprattutto fuori dalla Grecia, una montagna verde per fuggire dalla pazza folla della costa.
No, non ci sono le casine bianche tipo Grecia (ma quelle, del resto, non le trovate nemmeno nel Dodecanneso e le Cicladi, da qui, sono un bel po’ lontane…), non c’è nemmeno quell’atmosfera impossibile da descrivere che ammanta sempre le isoline elleniche: per dire, nemmeno un pope il vostro pinguino ha incontrato durante il suo soggiorno! Eppure i greco ciprioti sono proprio greci in (quasi) tutto e per tutto. Pigliate la segnaletica stradale: i cartelli con le indicazioni ci sono, ma – proprio come in Grecia – o all’ultimo metro o anche dopo, e magari nascosti da qualche cespuglio. Lo stile di vita poi è quello. E allora della lunga e recente colonizzazione inglese è rimasta sostanzialmente solo la guida a sinistra. E quelle paline biancoenere e con in cima la boccia trasparente gialla con la luce lampeggiante ai passaggi pedonali in città. Proprio come a Londra, proprio come in tutta l’Inghilterra, ma viste qua fanno proprio uno strano effetto.
Paphos – capoluogo della regione occidentale di Cipro, città di poco più di 30mila abitanti che scende verso il mare con tutto il disordine anni Sessanta delle città greche – ha scoperto il grande sviluppo del turismo (e a sua volta Paphos è stata scoperta dal turismo) all’inizio del Duemila: quando, cioè, fino a qua è arrivata l’autostrada (gratuita, ma attenzione: non ci sono stazioni di servizio, e per fare benzina si deve uscire, ma praticamente tutti gli svincoli – e sono frequentissimi – hanno vicino un impianto) che la collega a Limassol (67 chilometri) e quindi da Limassol alla capitale Nicosia (complessivamente 148 km) e verso est a Larnaca (complessivamente 133 km). Prima ancora, nel 1982, l’apertura dell’altra grande porta verso il mondo, l’inaugurazione dell’aeroporto, che però a sua volta è diventato volano fondamentale per il turismo solo con l’approdo dei voli delle compagnie low cost (dal 2012 la Ryan Air collega direttamente Paphos anche con gli aeroporti italiani di Bergamo, Pisa, Roma e Treviso, e gli effetti si sono visti subito, assicurano taxisti – dall’aeroporto alla zona alberghi del lungomare sono 25 euro, curiosamente 5 di meno in senso contrario pagando direttamente in albergo – e albergatori).
Facendo dunque base a Paphos, noleggiando un’auto (lo risottolineo: si marcia a sinistra, all’inglese, e il pinguino era letteralmente terrorizzato all’idea, ma alla fine – se non per l’uso del cambio: ovviamente è a sinistra, i giorni di una vacanza sono troppo pochi per abituarsi – è stata davvero una passeggiata anche perché avere il volante ovviamente a destra aiuta non poco) via, a caccia di spiagge e di memorie storiche.
A Cipro ci si va fondamentalmente d’estate, quindi in questa pagina parliamo delle spiagge.

In spiaggia a Paphos

E iniziamo da Paphos città. Nel quartiere degli alberghi, alle spalle di via Poseidonos, si rincorrono anche le spiagge. La principale pubblica si trova all’altezza dell’Amathus beach hotel: sassolini, roccia, prato e un accesso al mare agevolato da una piccola piattaforma galleggiante (lettino 2 euro, ombrellone idem: i prezzi standard di tutta l’isola arrivano al masimo ai 2,5 euro). E così, tra le spiaggette di sassi e i curatissimi prati all’inglese degradanti verso il mare degli alberghi, tutti punteggiati dagli ombrelloni, si sviluppano i due chilometri che dividono la nuova area degli alberghi dal porticciolo e dal suo Castello. Non sono certo le spiagge più belle dell’isola ma mezza giornata (magari la mezza giornata d’arrivo o prima della partenza) se la meritano anche loro.

In spiaggia a Petra tou Romiou
Ma, si è detto, l’auto è indispensabile. Ad esempio per arrivare, verso est, a Petra tou Romiou (letteralmente significa “Pietra del romano”, le guide spiegano che per gli antichi del posto i “romani” erano in realtà i bizantini, che si consideravano eredi dei romani dell’impero d’Oriente). Siamo a 25 km da Paphos (via autostrada, in realtà con la statale sono tre di meno, ma ovviamente più lenti) e la baia – miracolosamente immacolata, libera dal cemento – è decisamente un incanto: a pochi metri dalla riva, infatti, nel mare si trovano rocce calcaree che sembrano essere state scagliate dalla mano di un gigante. Ovviamente c’è una leggenda che le “spiega”: le avrebbe lanciate l’eroe bizantino Dighenis (ecco il motivo del nome del posto) per ostacolare i tentativi di sbarco degli arabi. Ma, soprattutto, sarebbe qua – sempre secondo la leggenda, una leggenda che sa molto di marketing visto che sarebbe stata diffusa solo nel XX secolo – che Afrodite approdò dopo essere nata tra la schiuma del mare. Vabbè… C’entri Deghenis, c’entri Afrodite, fatto è la spiaggia è assolutamente un must dell’isola: i ciottoli, il mare blu, le rocce che emergono tra le onde… E’ un bagnetto da favola. Solo un paio di indicazioni: il parcheggio è dall’altra parte della strada rispetto al mare e un sottopasso (lo si imbocca in parte al chioschetto che vende, tra l’altro, rinfrescanti macedonie fatte in casa) vi conduce in spiaggia. La spiaggia poi non è attrezzata: regna quindi il più fantasioso e greco dei fai-da-te. Impossibile però non trovare posto.
Un paio di chilometri prima di giungere a Petra tou Romiou (se si giunge da Paphos) c’è però un’ampia conca affacciata sul mare: le indicazioni sulla strada suggeriscono la presenza di un parcheggio e area di sosta pic-nic (chissà perché anch’esso battezzato Petra tou Romiou). Lasciata l’auto si scende a piedi (c’è anche un nastro d’asfalto con parcheggio in riva al mare per i più pigri: ma sono solo 200 metri!) e – magari dopo una sosta a mezza discesa su una panchina che si affaccia solitaria sull’infinito del mare – si giunge a una lunga spiaggia di ciottoli che velocemente scende nel mare. Troverete anche una dozzina di ombrelloni: è la spiaggia dell’albergo Afrodite Intercontinental che si trova sulla collina, ma è usufruibile da tutti. Anzi, è la preferita dai professionisti di Paphos che qua vengono a trascorrere le loro domeniche. Il prezzo è più alto: sono 10 euro per lettino e ombrellone (insomma, 20 euro due lettini e un ombrellone) ma i lettini sono quelli bellissimi e comodissimi di legno, gli ombrelloni sono belli grandi e il personale vi fornirà di un grande asciugamano candido e di bottiglietta d’acqua e ghiaccio per rinfrescarvi. La pace è assicurata: voi e il mare che si perde nell’orizzonte… Peccato solo per una certa vivacità delle onde, ma forse era la giornata sbagliata, chissà!

In spiaggia a Coral Bay
Ecco: se qua troverete la tranquillità assoluta, tutt’altra situazione vi accoglierà a Coral Bay, chissà poi perché la più pubblicizzata nella zona. Sicuramente piace molto agli inglesi, decisamente meno a chi fugge dagli arenili troppo affollati. Siamo a circa 18 km a nord ovest di Paphos, e la baia è decisamente bella. Anzi, di più. A scoprirla sarebbero stati 3200 anni fa i Micenei, ma purtroppo in anni ben più recenti è stata scoperta anche dagli imprenditori turistici ed edili. Insomma, qua si è circondati da una sorta di unica colata di cemento, con alberghi ovunque e un paesotto turistico tutta “plastica”, niente anima, appena all’interno. Spiaggia, ombrelloni l’uno attaccato all’altro, giochi di spiaggia, giochi di mare, beach-bar che sparano musica, una folla enorme. Se vi piace il genere, vi divertirete. Altrimenti scapperete.
Appena più a nord di Coral Bay ci sono ad esempio le spiagge di Lara e Ammoudi: siamo nella riserva naturale di tutela delle tartarughe marine che in questa zona vengono a terra a deporre le uova che poi ricoprono di sabbia. E infatti qua non si può campeggiare e non si possono piantare ombrelloni: da un’ora prima del tramonto e per tutta la notte è poi vietato l’accesso e fra giugno e agosto è pure vietato fare il bagno.

In spiaggia a Loutra tou Afroditis
E poi, a nord, ecco l’incantevole baia di Chrysochou, 40 km in verticale sopra Paphos. Il capoluogo è un paesino di appena 2mila abitanti chiamato un po’ troppo pomposamente Polis (“Città”): da qua però, da Polis, parte la strada che verso ovest, verso la punta della penisola di Akamas (una grande riserva naturale, osservando la mappa dell’isola la punta nord occidentale della Cipro greca), superato Latsi finisce a Loutra tis Afroditis, il Bagno di Afrodite (appunto…). A Latsi (praticamente uno stradone che costeggia il mare) sono fiorite un sacco di agenzie che noleggiano motoscafi con i quali è possibile navigare seguendo la costa: si parte da motori da 50hp di potenza per arrivare per i più lussuosi ai 225 e 250 hp. Costicchiano (per meno di 4 ore il noleggio non ha troppo senso e si va dagli 80 euro in su) ma soprattutto la cosa incredibile è che l’operatore dell’agenzia ti porta fuori dal porticciolo e poi ti abbandona: te lo guidi tu e non serve alcun tipo di patente nautica, ti chiedono solo quella stradale (come se c’entrasse qualcosa…): insomma, l’impressione è che anche in questo caso sia tutto …molto greco! Altrimenti ci sono i tradizionali battelli che portano a fare il bagno lungo la costa. Se invece scegliete la via di terra, la strada, come detto, finisce dopo un pugnetto di chilometri a Loutra tis Afroditis, il Bagno di Afrodite. Un piazzale, l’ingresso dell’area protetta, un ristorante affacciato su quella meraviglia che è la baia. A circa 150 metri, da percorrere lungo un sentiero, tra gli asinelli che abitano la zona, si trova una sorgente dalla quale l’acqua finisce in uno stagno all’interno di una grotta: lo stagno del bagno fatto da Afrodite (appunto…). Questa, seconda alcune mappe, sarebbe anche la Fontana Amorosa, che invece, secondo altre carte, sarebbe una fonte sulla riva, oggi interrata, decisamente più lontana, verso nord ovest. Sotto il ristorante, dunque, la deliziosa conchetta, ornata in mezzo al mare, alle estremità, da altre rocce scagliate lì dall’alto da chissà quale personaggio della mitologia. Quella riservata a “spiaggia” è una striscia di ciottoli, con ombrelloni e lettini (2.50 euro gli uni, 2,50 gli altri), magari un po’ scalcagnati (è tutto… molto greco) ma chissenefrega: a riva ci starete poco, pochissimo, perché questo è il paradiso dello snorkeling, pinne e maschera e boccaglio, a deliziarvi in un’acqua che il vostro pinguino ha trovato incredibilmente calda rispetto al resto dell’isola, inseguendo pesciotti anche colorati. Ve lo assicuro: una delle più belle nuotate mai fatte nel Mediterraneo, in assoluto! Un’esperienza indimenticabile! Avendone la possibilità, poi, cercare di arrivare (marciando qualche chilometro) al Golfo di Fotiadis o a Blue Lagoon: davvero, delle piscine!

In montagna con il muflone timido
Troppo mare? Ok, e allora tornando verso Paphos, il suggerimento è quello di fare una (lunga) deviazione verso Stavros tis Psokas (40 km da Polis, ma di montagna): si tratta di una stazione forestale, area di ripopolamento del muflone cipriota, specie a forte rischio di estinzione. Poche decine di metri prima del comando della forestale e del vicino bar, si trova un recinto nel quale pascolano alcuni esemplari in attesa di tornare allo stato brado. I mufloni sono però animali estremamente timidi, di certo non vi verranno incontro, anzi, cercheranno di mimetizzarsi il più possibile con la vegetazione che li circonda. Con un po’ di fortuna, aguzzando la vista e rimanendo fermi e in silenzio a guardare nel centro del recinto potrebbe essere che riusciate a vederne almeno un esemplare. Ai mufloni fanno poi compagnia anche alcuni cervi. Non preoccupatevi se cercando di tornare verso Paphos vi perderete. E’ il solito problema delle indicazioni stradali non proprio precisissime: sono o non sono greci? No, non sempre lo sono. E infatti, sebbene siamo al di qua del confine che taglia l’isola, ecco che il Pinguino si è ritrovato a fotografare il minareto di una moschea: “Questo è un paese turco!” gli ha detto con orgoglio un abitante del luogo, luogo che però rimarrà anonimo perché mancava il cartello indicatore (turchi sì, ma anche un po’ greci, evidentemente…)

Guido Barella

(Il Pinguino è stato a Cipro nel luglio 2012 alloggiando a Paphos all’albergo Pandream hotel in Posidonios avenue, che consiglia per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Nel suo viaggio è stato accompagnato dalla guida Cipro della Dumont-tascabili per viaggiare)

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