Monaco, la tedesca meno tedesca

Monaco di Baviera (www.muenchen.de) è un posto dove torno sempre volentieri. Dico “posto” perché Monaco non è solo una città: ha un castello in semicentro, un grandissimo parco in centro, un museo (dell’aviazione) in periferia, due stadi, chiese e musei in abbondanza, birrerie dislocate in ogni zona, uno splendido mercato a cento metri dal municipio.

Può essere girata a piedi, in tram, in metro, in bici.

Il costo della vita è sensibilmente inferiore a quello italiano, la gente è simpaticissima, non per niente la Baviera è il sud della Germania….

Se a questo ci aggiungiamo che tutto funziona, che i mezzi pubblici sono puliti e in orario, che d’estate fa caldo ma non troppo e che d’inverno fa freddo ma non troppo, beh, allora mi potete capire perché di Monaco sono proprio innamorato.

Monaco la conobbi nel 1972, l’anno delle Olimpiadi rese purtroppo famose dal massacro di 11 atleti israeliani, ma anche dalle 7 medaglie d’oro di Mark Spitz. Ci ritornai successivamente diverse altre volte per l’Oktoberfest (www.oktobertfest.de) e negli ultimi tempi ancora tre o quattro volte, per lavoro e per piacere. Posso quindi dire di conoscerla abbastanza bene, non solo per quel che attiene la parte turistica, ma anche sotto altri aspetti.

Il Deutsches Museum…

La città offre un sacco di cose da vedere, ma sul gradino più alto del podio ci sta, senza rivali, il Deutsches Museum, il Museo della scienza e della tecnica. Se lo si vuol visitare a fondo non basta un giorno; se si decide di saltare qualcosa, un giorno intero è proprio il minimo. Innanzitutto bisogna entrare nell’ordine di idee che dentro è tutto enorme. I piani sono sei, più uno sotterraneo.
Vi si trova di tutto, dagli aerei alle navi, dalle locomotive alle automobili, persino il primo sommergibile tedesco, l’U1 del 1906, una V2, il razzo tristemente famoso per i bombardamenti su Londra al crepuscolo della II Guerra mondiale, satelliti e navicelle inviate nello spazio. Tutto vero, tutto originale, tutto a grandezza naturale, tanto che la V2 occupa in altezza tutti i piani del museo.

Il sotterraneo è interamente occupato dalle miniere e ci si mette poco meno di un’ora – camminando speditamente – a percorrere il labirinto di cunicoli e gallerie che riproducono in modo fin troppo fedele la realtà. Devo essere sincero: dopo un quarto d’ora non è da escludere che a qualcuno subentri un senso d’angoscia, quindi chi soffre di claustrofobia farebbe meglio a saltare questa parte.

Ci sono poi i settori dedicati alla costruzione di ponti, all’ingegneria idraulica, alle macchine motrici, all’elettricità. E poi petrolio, metalli, macchine utensili, navigazione, strumenti scientifici, energia, fisica, strumenti musicali, chimica, farmacia, aeronautica e astronautica, ceramica, vetro, giocattoli tecnici, carta, stampa, ambiente, tecnologia tessile, topografia e geodesia, informatica, microelettronica, telecomunicazioni, agraria, misurazione del tempo, pesi e misure, astronomia.

La formazione di fulmini con scariche di 800.000 V, la gabbia di Faraday, la simulazione del terremoto di Kobe (uno dei più devastanti, che nel 1995 distrusse la cittadina giapponese e fece oltre 5.000 morti), il pendolo di Focault, sono solo alcune delle chicche del museo che, al suo interno, ha anche ristorante, snack-bar, Internet Café, e, all’esterno, nei mesi estivi, un vagone ristorante in funzione.

Nei piani si troveranno delle macchinette simili alle bilance delle farmacie, ma non sono bilance: si sale, si inserisce mezzo euro e per un paio di minuti la base trasmetterà una vibrazione tonificante ai vostri piedi affaticati. Se si vuol completare la visita, è un rimedio indispensabile! Provare per credere.

Ogni giorno ci sono – a ore predeterminate – oltre 40 tra dimostrazioni e visite guidate.

Informazioni e visite guidate su www.deutsches-museum.de/it/informazioni.

… e il Museo dell’aeronautica

Non tutti sanno che dal 1992 è annesso al Deutsches Museum il Flugwerft Schleißheim, il Museo aeronautico. Si trova a nord di Monaco (Effnerstr. 18 D-85764 Oberschleißheim, U-Bahn linea 1 direzione Freising fermata Oberschleißheim e da lì 15 minuti a piedi seguendo le indicazioni, ), che espone pezzi storici sullo sviluppo dell’aeronautica, oltre cinquanta aerei (dai primordi a quelli della Prima e Seconda guerra mondiale), aerei da trasporto, elicotteri, Mig21 e Mig23, F104, F14, un razzo interplanetario, simulatori di volo – su una superficie di quasi 8.000 metri quadri. Imperdibile. Il suo sito è: www.deutsches-museum.de/en/flugwerft/information.

Monaco da vedere

A piedi, fuori dal Deutsches Museum, si raggiunge in pochi minuti il grande parco nel cuore di Monaco, l’Englischer Garten (Giardini inglesi): 373 ettari che si sviluppano per 5 chilometri lungo il fiume Isar che attraversa la città. Al suo interno c’è la Pagoda cinese, una grande costruzione dove al primo piano, d’estate, un’orchestra suona musica bavarese, e sotto la quale c’è una birreria con tantissimi tavoli all’aperto.

Imboccando la direzione del centro ci si imbatte nel Monopteros, tempietto grecizzante a pianta circolare che domina l’ultima spianata erbosa del parco.

Le tre maggiori chiese sono la Frauenkirche con le due inconfondibili cupole a cipolla, la Theatinerkirche, forse la più bella, primo esempio di barocco bavarese, e la Peterskirche, affettuosamente chiamata Alter Peter, la più antica, che ha ispirato una canzone popolare che recita: “finché il campanile del Vecchio Pietro suonerà, a Monaco godersi la vita si potrà”. E ciò dà l’idea di che aria si respiri in questa splendida città.

Marienplatz con il vecchio municipio è il cuore pulsante di Monaco, a pochi metri dal quale c’è il Viktualienmarkt, mercato di generi alimentari (ortofrutta, salumi, carne, pesce, formaggi) ma anche di fiori, sul quale domina l’Albero di Maggio, un palo bianco e azzurro con i bracci che reggono figure popolari. Vi si trova pure la statua di Karl Valentin, il Charlie Chaplin della Baviera, e poi numerosi chioschi e tavernette che offrono specialità bavaresi: Obatzda (una variante del Liptauer), Leberkäs (pasticcio di fegato), Bratwurst e Weißwurst, due varietà di salsicce (le seconde da mangiare immerse nel ketchup e una spruzzata di paprika), accompagnate da un boccale (quello da litro si chiama Maß) di Weißbier, fresca e dissetante birra primaverile. Sul sito www.muenchen.de, cliccando nella finestra “turismo”, e poi “attrazioni turistiche”, troverete tutte le foto e le info per le visite.

Le due pinacoteche

Da vedere: c’è l’Alte Pinakothek (quasi 900 dipinti, seconda solo ai grandissimi musei), la Neue Pinakothek (600 dipinti dell’800 e primi ‘900), e la Glyptotek (collezione di statue romane e greche). E poi c’è Odeonsplatz, che si trova all’inizio dei due più bei viali di Monaco, uno dei quali porta alla Theatinerkirche e alla Feldherrnhalle (Loggia dei Marescialli) e l’altro al Maximilianeum, la sede del Parlamento bavarese. E, ancora, il Residenz (grandissimo palazzo ricostruito dopo le devastazioni della II Guerra mondiale), il Nationaltheater (teatro dell’opera, tra i più famosi al mondo) e il Nymphenburg, palazzo barocco con annesso un grande parco.

Per le pinacoteche, info su www.pinakothek.de/alte-pinakothek/index_en.php e www.pinakothek.de/neue-pinakothek/index_en.php

A tutta birra

Ho senz’altro dimenticato più di qualcosa, ma per fortuna ci sono in commercio ottime guide che sapranno colmare le mie lacune. Le birrerie di Monaco sono famose nel mondo. L’HB, tra queste, è forse la più conosciuta, ma sicuramente non la migliore (info su www.muenchen.de, cliccate “turismo”, e poi “attrazioni”). Di fronte all’ingresso principale dell’HB, per gli amanti del genere, c’é l’Hard Rock Café di Monaco: tra i memorabilia, chitarre di Santana, CSN, Ron Wood dei Rolling Stones, Roger Hodgson dei Supertramp, Earth-Wind&Fire, Paul McCartney, Roger Waters dei Pink Floyd, Paul Stanley dei Kiss; vestiti di scena di Jimi Hendrix, George Harrison, Elvis Presley, Madonna, Tina Turner, Freddy Mercury, Iggy Pop e, chicca delle chicche, il foglietto originale scritto a mano con “Don’t let me down”. Per dare un’occhiata, cliccate su www.hardrock.com.

Come birrerie consiglio la Spaten in Odeonsplatz e la Löwenbräu in Dachauerstraße. Merita invece perdere mezza giornata per andare alla birreria Waldwirtschaft Großhesselohe (www.waldwirtschaft.de), anche se fuori Monaco, a sud, raggiungibile con la S-Bahn fermata Isartalbahnhof. La birreria è nella vecchia stazione ferroviaria, fanno la birra con gli alambicchi a vista al suo interno e ha una storia curiosa: nel 1995 il tribunale bavarese impose di anticipare l’orario di chiusura dalle 23.30 alle 21.30 perché gli avventori che sedevano all’aperto disturbavano la quiete della zona. Ben 20.000 persone protestarono sotto il municipio di Marienplatz per quella che è passata alla storia come la prima rivoluzione dei Biergarten e il tribunale fu costretto, per non perdere del tutto la faccia, non ad annullare la prima disposizione ma a rettificare l’orario di chiusura alle 23.

Monaco nel pallone

Fino a pochi anni fa, il Bayern (www.fcbayern.t-com) e il Monaco 1860 (la seconda squadra di calcio che naviga spesso tra serie A e serie B, www.tsv1860.de) giocavano all’Olympiastadion (70.000 posti, www.olympiapark-muenchen.de), costruito per le Olimpiadi del 1972. Dal 2005 giocano all’Allianz Arena (www.allianz-arena.de), periferia nord di Monaco, stadio da 69.901 posti interamente foderato da un rivestimento fatto da 2.874 cuscini pneumatici dotati di illuminazione interna che cambiano colore a seconda di chi gioca: rosso il Bayern, azzurro il Monaco 1860, bianco la nazionale. Vederlo di notte illuminato è uno spettacolo incredibile.

L’Allianz Arena si può visitare (a pagamento) così come l’Olympiastadion, che è circondato da altre strutture sportive e sul quale domina maestosa la torre della tv, alta 290 metri (salita a pagamento, vista mondo).

Il museo della BMW

Ma a Monaco ha sede anche la BMW, il cui museo – di fronte l’Olympiastadion – è stato ristrutturato nel 2007 (Petuelring 130 – 80788 München, apertura 10-22), all’interno del quale si possono ammirare tutti i modelli a 2 e a 4 ruote che hanno fatto la storia della casa bavarese, comprese le monoposto di Formula 1. Informazioni su www.muenchen.de, icona “turismo”, e poi “attrazioni turistiche”.

Lo zoo degli zoo

Lo zoo di Monaco (www.tierpark-hellabrunn.de/?L=1) è il più bello che abbia finora visto. Lo so, sempre di zoo stiamo parlando, ma non voglio qui intavolare discorsi pro o contro queste strutture, mi limito ad alcune considerazioni. Lo zoo di Monaco supera la vecchia concezione delle gabbie e quasi tutti gli animali vivono in isole abbastanza ampie da potersi muovere liberamente, tigri comprese. Alcuni no, tipo linci, pantere, giaguari e loro parenti, per ovvi motivi.

Due sono le cose che mi hanno colpito: la grotta dei pipistrelli e le stanze con i piccoli volatili. Queste ultime, enormi, hanno la facciata libera. Non so se con un sistema a ultrasuoni o con quale altra diavoleria, fatto sta che gli uccellini svolazzano al loro interno ma nessuno esce. E i tapiri: non li avevo mai visti (“Striscia la Notizia” a parte, ma quelli sono dorati…), sono di due colori, grigio e nero, come fossero dipinti esattamente a metà della pancia. Ridicolissimi.

Notizie utili

Dal 1 ottobre 2008 Monaco ha una zona ambientale a traffico limitato. Quindi, le autovetture più vecchie, con un’elevata emissione di sostanze inquinanti, non potranno più transitare nel centro della città. Quelle quattro ruote (anche camper) conformi alla normative UE sull’inquinamento dell’aria avranno bisogno di un bollino. Info su: www.muenchen.de.

Per girare ho utilizzato i tram o l’ottima rete metro U-Bahn e S-Bahn. Il biglietto più conveniente è quello giornaliero ed è sia singolo (Single-Tageskarte) che per gruppi (Partner-Tageskarte): quest’ultimo vale per 5 persone e due bambini contano come un adulto. Ancora più convenienti sono il 3 giorni o il settimanale. Si comprano alle macchinette automatiche alle stazioni della metro, con istruzioni anche in italiano. Non fate i furbi a viaggiare senza biglietto, ve ne pentireste.

Molte le zone pedonali. Si può girare anche in bici, posteggi ce ne sono ovunque. Quando girate a piedi state molto attenti a non occupare la zona riservata alle bici: i ciclisti di Monaco sono scatenati e, forse subendo l’influenza della BMW, velocissimi.

A Monaco si entra dall’autostrada e se vi procurate una pianta della città troverete facilmente la vostra meta. Da Trieste, via Tarvisio, Villaco, Salisburgo, sono circa 500 km, tutti in autostrada.

A Monaco ho sempre alloggiato all’Hotel Lex, Briennerstr. 48 – 80333 München  tf. 0049 89 5427260 fax 0049 89 5232423 mail@hotel-lex.de www.hotel-lex.de/english.htm posto macchina davanti all’entrata (a pagamento). Si trova a 50 metri dalla fermata della U-Bahn Stieglmaierplatz e anche dalla birreria Löwenbräu sulla Dachauerstr.

Problemi di sicurezza non ce ne sono, almeno in centro, a qualsiasi ora si può stare più che tranquilli. Essendo Monaco una città di 1.300.000 abitanti, è normale prendere le solite precauzioni con portafogli e borsette nelle zone piene di gente e nella metro.

Per mangiare, qualsiasi birreria va bene, si mangia in quattro con 50 euro. Ottime alcune pizzerie italiane. Le pizze non sono come da noi, sono molto più grandi, calcolate tre pizze per quattro persone.

Acquisti

Se vi piace la tradizione, potete comprare i pantaloni in renna, loden, Trachen (il costume tipico bavarese), le giacche grigie per uomo e i Dindl per le donne. Negozi specializzati in centro. Sempre in centro è inoltre pieno di negozi di souvenir bavaresi, lavorazioni in peltro, boccali di birra, decorazioni natalizie, stoffe, ombrelli, ottica.

Per concludere, perdonatemi, vorrei riportarvi una frase di Thomas Clayton Wolfe, scrittore statunitense che nel 1926, dopo un suo viaggio in Europa, annotava: “Come parlare di Monaco senza definirla una sorta di paradiso della Germania? C’è chi, dormendo, sogna di essere in paradiso. Ai tedeschi capita di sognare di essere stati a Monaco”.

di Alessandro Bourlot

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