
Eccoci in quella che oggi – pur essendo parte della provincia di Badajoz – è la sede del Governo regionale dell’Estremadura, ma che soprattutto ieri era la romana Augusta Emerita, fondata nel 25 ac per ospitare la dorata pensione dei veterani delle campagne romane in Cantabria. E che all’epoca aveva qualcosa come 40mila abitanti ed era considerata la città romana più importante nell’intera penisola iberica. Eccoci a Merida.
Insomma, una visita a Merida, per noi che dei romani siamo nipotini diretti, è assolutamente d’obbligo anche perché ci sono talmente tante cose da vedere! Aggiungiamo subito che, eccezion fatta per il Circo romano e per l’Acquedotto, tutti i siti di interesse archeologico sono facilmente raggiungibili a piedi in quanto praticamente nel centro della città. In ogni caso, riteniamo che siano necessari almeno due giorni (o quanto meno un giorno e mezzo) per una visione comoda e completa di tutto questo ben di Dio.
Il Teatro e l’Anfiteatro romano
Che dire… Spettacolari! Assolutamente spettacolari. E splendidamente conservati.
Il teatro venne costruito nel 15 ac e poteva accogliere fino a 6mila spettatori. Bellissimo l’imponente scenario sul palco. Ancora più grande il vicino anfiteatro di forma ovale, inaugurato nell’anno 8 ac che poteva ospitare fino a 14mila spettatori. Scendi le scalee e ti domandi come diavolo sei …vestito, tanto ti sembra di essere finito nel primo secolo dopo Cristo.
Il Columbarius e la Casa del Mitreo
Lasciando la splendida area del teatro e dell’anfiteatro, e anzi costeggiandola, si raggiunge Calle de la Guardia Civil, si gira in calle Via Ensanche e quindi si raggiunge la grande area che comprende sia il Columbarius, ovvero un sito sepolcrale con numerose tombe, che la meravigliosa Casa del Mitreo, casa romana del II secolo ricca – anzi: ricchissima! – di mosaici e di un bell’affresco. Davvero molto, molto interessante.
Una curiosità: l’ingresso a questa area archeologica è praticamente di fronte all’Arena di Merida, nota come “San Alvin”, che presenta, per gli appassionati delle corride, una stagione alquanto interessante (con il top abitualmente tra fine agosto e inizio settembre): non dimentichiamoci che siamo in Estremadaura. Terra “tradicionalmente taurina” come si dice qua.
Verso il Ponte Romano e l’Alcazaba
Costeggiando la Plaza de Toros e imboccando calle Oviedo e quindi calle Graciano si arriva dunque alla piazza che ospita la Junta de Extremadura, alle cui spalle sorge l’ampio spazio dell’Alcazaba, la sicuramente un tempo imponente fortezza araba. Nel 1230 il re Alfonso IX consegnò la Alcazaba all’Ordine di Santiago e furono proprio i cavalieri a restaurare l’edificio. Il complesso nel 1758 divenne un convento per poi soffrire un declino progressivo: nel 1983 venne recuperato come sede della presidenza della Junta de Extremadura. Oggi, il massimo dell’interesse della ex fortezza è rappresentato dalla passeggiata lungo le mura sul lato del Rio Guadiana, attraversato dal vicino Ponte Romano, estremamente suggestivo, anche per le sue misure: è infatti lungo qualcosa come 792 metri e presenta ben 60 archi.
Tempio de Diana
Tornando poi in centro si arriva al Tempio de Diana, proprio al centro di quello che ai tempi era il Foro Romano. E’ quanto meno singolare che una parte del tempio sia stata praticamente inglobata in una costruzione del XVI secolo.
Museo Nacional
Risalendo lungo calle Sagasta e quindi calle Josè Melida si completa a questo punto una sorta di cerchio e si arriva al Museo Nacional, che si trova praticamente di fronte al complesso del Teatro e dell’Anfiteatro. Ricco di opere, il Museo è una tappa irrinunciabile nella visita a Merida, anche perché la parte sotterranea ospita i resti di abitazioni romane e per raggiungerla si oltrepassano anche i resti di quella che era una strada romana. Davvero suggestivo e molto, molto affascinante.
Circo Romano
Così come straordinariamente affascinante è il Circo Romano, situato in un’ampia area verde a nord-est dell’area dell’anfiteatro (non è vicinissimo da raggiungere a piedi – anche perché l’ingresso è dalla parte opposta rispetto al centro della città… -, ma per carità, nemmeno impossibile). Affascinante perché affacciandosi dalla terrazza sopra il Centro de Interpretacion o entrandovi direttamente, riporta immediatamente alla suggestione di un tuffo all’indietro nel tempo, un tuffo di 2mila anni, visto che il Circo Romano, questo “ippodromo” dove si facevano le corse con le bighe, venne costruito nel primo secolo e poteva ospitare fino a qualcosa come 30mila spettatori. E all’interno del Centro de Interpretacion è possibile anche vedere un video su questo luogo così magico e su Diocleziano, che prima di essere politico e poi anche imperatore, fu auriga propria qua, a Merida.
L’Acquedotto
Appena al di là della stazione ferroviaria, a nord ovest del centro – zona anche questa da raggiungere in auto – ecco i resti dell’acquedotto. Non siamo ai livelli di Segovia, ma anche questi sono molto molto interessanti: portava in città l’acqua prelevata dal Lago Proserpina, a cinque chilometri dalla città.
Guido Barella
(A Merida il Pinguino ha dormito all’Hostal Emeritae (calle Sagasta 40; www.hostalemeritae.com) e ha mangiato, bene, proprio di fronte, alla Meson El Alfarero.
Ultima visita nel gennaio 2018.)