
Guadalupe ospita uno dei santuari mariani più importanti al mondo. Ma non solo. Proprio grazie al santuario è infatti possibile scoprire qua, in mezzo alle montagne dell’Estremadura centrale, in un posto che sembra – anzi: è – lontano da tutto e da tutti, un paesino sì minuscolo ma assolutamente delizioso e davvero da godere regalandosi una giornata di pieno relax.
Il Real Monasterio de Santa Maria de Guadalupe
Certo è, comunque, che il motivo di maggiore attrazione del paesino è il complesso del monastero e della cattedrale, risalente al 1340, oggi dichiarato “patrimonio dell’umanità”, complesso che mette assieme gli stili gotico, rinascimentale e barocco. Il monastero, con il suo chiostro in stile mudejar e le sue sale che ospitano raccolte di paramenti sacri, raccolte di libri miniati risalenti anche al XV secolo e opere d’arte anche di un certo interesse (anche tre opere de El Greco) può essere visitato, ma solo attraverso la visita guidata – solo in lingua spagnola – che dura poco meno di un’ora. Al termine della visita sarete accompagnati nella sala dei tesori della Vergine di Guadalupe (comprese le sue corone di Reina de la Hispanidad) e qua venite accolti da un frate francescano che infine vi introdurrà nel “camarin” alla presenza della statua della Madonna: vi trovate infatti alle spalle del retablo dell’altare maggiore della cattedrale, dove è appunto ospitata la statua che viene fatta girare per permettere l’adorazione dei fedeli in visita guidata. A questa statua, del resto, è legata la storia stessa della cattedrale, che venne edificata nel luogo in cui un pastore l’aveva trovata nascosta, probabilmente celata da fedeli in fuga per sfuggire all’invasione musulmana. Oggi i fedeli qua arrivano da ogni parte del mondo ma soprattutto, oltre che dalla Spagna, dall’intera America Latina. Già, perché la storia della Vergine di Guadalupe si intreccia in maniera indissolubile con la storia dell’Estremadura e quindi già nel XVI secolo infatti era venerata così intensamente che le terre scoperte dai conquistatori (o scopritori, come li chiamano qua) furono cristianizzate proprio nel suo nome. La storia ci racconta che il 29 luglio 1496 gli indios arrivati nella penisola iberica al seguito di Cristoforo Colombo vennero battezzati proprio qua, alla fontana che sorge davanti al monastero.
Casas porticadas
Ma Guadalupe non è solo il suo Real Monasterio anche se per il Real Monasterio è nata, anch’essa attorno alla metà del XIV secolo. Il paese, lo si è detto è assolutamente delizioso, pur essendo molto, molto piccolo, tanto da non superare il migliaio di abitanti. E allora il consiglio, dalla piazza, è di passare sotto l’arco de Sevilla, e imboccare Calle Sivilla. E’ così che scoprirete le Case Porticate. In pratica, tutte le casette che si affacciano su questa via hanno il primo piano sporgente, più ampio del piano terra, a creare quindi una sorta di porticato anche se senza archi (semmai, qua e là, solo qualche colonna a tenere su la copertura con un senso molto, ma molto precario!). L’origine è legata soprattutto alla necessità di proteggere le attività legate ai pellegrinaggi: negozi di vario tipo e anche farmacie, oltre che a osterie. Oggi in realtà lungo questa via, così come nella caratteristica piazzetta dei Tres Chorros e nella successiva Calle Eras che si conclude con l’arco Eras, negozi non ce ne sono più (al limite qualche famiglia espone alla finestra i propri prodotti casalinghi: miele, distillati…) e molte case espongono il cartello “in vendita”. Abbastanza triste. Si è accennato alla piazzetta dei Tres Chorros: al centro c’è l’omonima fontana, la più importante del paese tutto, attorno alla quale si è sviluppata l’urbanistica di Guadalupe. Quanto al commercio va detto che i negozietti del paese sono pressoché da ignorare: si vende tanta, troppa paccottiglia di infimo livello. Se proprio volete qualche souvenir di livello rivolgetevi al negozio della cattedrale, dove peraltro si acquistano anche i biglietti per la visita guidata.
I Cammini di Guadalupe
Sull’onda della nuova popolarità dei vari Cammini per Santiago, sono stati rilanciati anche i Cammini di Guadalupe. Il più classico è quello che parte da Toledo (198 km) e che a La Mata incrocia quello che viene da Madrid (247 km): assieme formano il Camino de Castilnovo, o Camino Real. Altri tracciati – secondo il sito specializzato www.acrg.es – partono da Avila (213 km, Camino de los Pastores), Guadalajara (380 km, Camino de los Monjas), Segovia (326 km, Camino del Norte), San Lorenzo (282 km, Camino de Felipe II) e da El Teinblo (183 km, Camino de Guisando). Secondo il sito http://caminosaguadalupe.com/caminos-a-guadalupe ecco invece il Camino de los Montes de Toledo (da Toledo, 196 km), il Camino de la Jara (da Calera y Chozas, 110 km), il Camino de Cabaneros (da Alcoba de lo Montes, 124 km), il Camino de Levante (da Saceruela, 114 km), il Camino de los Mineros (da Almaden, 124 km), il Camino Mozarabe (da Monterubio de la Serena, 160 km), il Camino Romano (da Merida, 155 km), il Camino Visgodo (da Via de la Plata, 134 km), il Camino de los Descubridores (da Caceres, 133 km), il Camino de Monfrague (da Plasencia, 158 km) e il Camino de los Jeronimos (dal Monasterio de Yuste, 125 km).
Guido Barella
A Guadalupe il Pinguino ha soggiornato all’Hostal Cerezo II e mangiato al ristorante dell’albergo, la Meson Cerezo. Ottime e particolarmente ricche, qua, le migas, battezzate “piatto del contadino”.
Guarda qua la gallery: http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/guadalupe-la-gallery/
(Ultimo viaggio del Pinguino a Guadalupe nel marzo 2019)
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