Cipro, a Paphos un tuffo nell’archeologia

Mare, certo, ma non solo. Anzi: l’asso che l’isola di Cipro può calare per convincere i turisti (oltre al suo mare e alle sue spiagge: http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2012/08/paphos-cipro-in-spiaggia-con-afrodite/) è rappresentato dal suo interessantissimo patrimonio archelogico (http://www.visitcyprus.com).
Nella regione di Paphos i siti di un certo interesse non mancano a iniziare dallo straordinario Parco archeologico che occupa gran parte della superficie della piccola penisola protesa nel mare al centro della città per passare alla vicina area che ospita le cosiddette Tombe dei re per arrivare fino a Kouklia, a 15 chilometri ad est, dove sorgeva l’antica Paphos e dove ancor oggi si trovano i resti del tempio di Afrodite, uno dei più importanti santuari dell’antichità, meta di pellegrinaggi al pari del tempio di Apollo a Delfi.

In onore di Afrodite
E siccome Cipro è l’isola di Afrodite, iniziamo proprio da questo sito, a poche centinaia di metri da una delle spiagge più amate dell’intera isola, Petra tou Romiou, ovvero il luogo dove – secondo una leggenda in realtà assai recente, insomma: molto pubblicitaria… – sarebbe emersa dalla schiuma delle onde la dea dell’amore. Kouklia è un paesino che sorge a 15 km dalla moderna Paphos e l’area archeologica è una sorta di terrazzo sopraelevato affacciato sul Mediterraneo. In fondo, poi, il forte, che oggi ospita, in uno dei suoi lati, un museo. La suggestione, insomma, non manca. Nel grande “terrazzo”, con alcune tabelle che aiutano la comprensione del sito, sulla sinistra si trova il luogo ove sorgeva il tempio – il cui periodo aureo è durato fino al terzo/quarto secolo, ma i resti più antichi risalgono al XII secolo a.C. – e dove successivamente era stata costruita una chiesa, dedicata alla Vergine Maria Aphroditissa. Tra resti di colonne e suggestivi mosaici (sia a sinistra – ove sorgeva il tempio – che a destra – dove si scava ancora oggi in quelli che sono i resti di case dell’epoca del tempio – del vialetto centrale del sito archeologico), si giunge al forte veneziano, già appartenente alla famiglia Lusignano, che ospita nel suo lato a sinistra, il museo. Molto belli e interessanti i reperti conservati, con anfore anche di grandi dimensioni e mosaici perfettamente conservati.
(L’orario di apertura è, tutti i giorni dalle 9 alle 16, il mercoledì dalle 8 alle 17; biglietto 3,40 euro come per tutti gli altri siti archeologici dell’isola)

Il Parco archelogico di Paphos
Ma torniamo a Paphos. Qua non si parla più di Afrodite ma il parco archeologico è un’oasi di pace e storia in mezzo all’asfissiante trionfo del cemento della città turistica moderna. L’ingresso (da giugno ad agosto dalle 8 alle 19.30; aprile, maggio, settembre e ottobre dalle 8 alle 18 e da novembre a marzo dalle 8 alle 17, biglietto anche qua a 3,40 euro) si trova vicino al porto della cittadina e quindi a pochi metri dalla passeggiata in riva al mare. In particolare sono quattro le ville i cui resti sono giunti sino a noi, offrendoci i loro straordinari mosaici. I nomi (casa di Dioniso, casa di Teseo, casa di Aion e casa di Orfeo) non si riferiscono ai proprietari ma sono stati decisi in base soprattutto alle tematiche dei mosaici stessi. La più interessante – anche per i profani – è indubbiamente la casa di Dioniso: un tetto la protegge e i camminamenti permettono di muoversi tra quelle che un tempo erano le diverse stanze facendo comprendere perfettamente quella che era la disposizione della casa stessa e ammirando al contempo i mosaici (datati 200 circa, scoperti soltanto nel 1962). Il nome deriva dal grande mosaico nella sala di ricevimento, con il dio che troneggia su un carro scortato da due pantere. Imponente è poi la cosiddetta casa di Teseo, ovvero quello che era il palazzo di quasi 10mila metri quadrati del governatore romano, con oltre 100 stanze disposte attorno all’ampio cortile interno. I mosaici risalgono al quarto secolo circa, così come nella casa di Aion, anch’essa protetta da una costruzione. Nella casa di Orfeo è, appunto, il mosaico di Orfeo – protetto da un telone – a farsi ammirare. L’area archeologica è poi completata da un Odeon (un anfiteatro) e dall’Asklipion (l’opedale: ma oggi è praticamente solo una grande spianata) che si trova ai suoi piedi. Prima dell’uscita poi, il palazzo delle Saranta Kolones, ovvero delle “quaranta colonne”, costruito nel 1192, in piena epoca dei Crociati. Al di là della preziosità dei mosaici, al di là della ricchezza di quelli che un tempo erano i palazzi di Paphos, il fascino del sito è reso straordinariamente unico dalla sua posizione, con il mare sempre sullo sfondo (da fotografare la prospettiva che si apre attraverso i varchi delle Saranta Kolones, oggi in realtà un po’ meno di quaranta…). E la silhoutte del faro, in direzione nord ovest, rende ancor più magico il luogo.

Quelle sono Tombe da Re 
L’altro luogo poi assolutamente imperdibile di Paphos è rappresentato dalle Tombe dei Re, che si trovano anch’esse vicino al mare nella zona nord ovest della città. In realtà, qua non è sepolto alcun re e il nome deriva piuttosto dall’imponenza delle strutture: queste, risalenti al periodo ellenistico e all’inizio di quello romano, erano le ultime dimore di aristocratici della città (o secondo altre indicazioni, di alti funzionari amministrativi dei faraoni greci d’Egitto: queste sono tra l’altro molto simili a tombe rinvenute ad Alessandria d’Egitto, a conferma dei rapporti tra le due terre durante il periodo Ellenistico. Alcune di esse sono scavate direttamente nel terreno, altre sono fuori terra: sembrano tutte case assolutamente normali, con le camere (di sepoltura, in questo caso, con scavate nella roccia le nicchie che ospitavano i feretri) affacciate su un peristilio centrale circondato da colonne. Le più interessanti sono la numero 3 e la numero 4 ma tutte meritano l’attenzione del visitatore che non può non rimanere affascinato anche dall’ottimo stato di conservazione. Anche in questo caso, poi, lo sfondo del mare rende il sito assolutamente magico, anche se ormai è stato circondato dai palazzi degli alberghi. Un unico neo: le indicazioni (ad esempio la numerazione delle tombe) non sono proprio così chiare…
(Apertura tutti i giorni: da novembre a marzo dalle 8 alle 17; aprile, maggio, settembre e ottobre dalle 8 alle 18; da giugno ad agosto dalle 8 alle 19.30. Ingresso 1,70 euro)

Guido Barella

(Il Pinguino è stato a Cipro nel luglio 2012 alloggiando a Paphos all’albergo Pandream hotel in Posidonios avenue, che consiglia per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Nel suo viaggio è stato accompagnato dalla guida Cipro della Dumont-tascabili per viaggiare)

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  1. Paphos (Cipro): in spiaggia con Afrodite | Il Pinguino Viaggiatore - [...] mare allegramente ondoso, mare che è piscina trasparente, suggestivi siti archeologici  (http://www.ilpinguinoviaggiatore.it/2012/08/cipro-a-paphos-un-tuffo-nellarcheologia/)  che confermano per l’ennesima volta come le testimonianze ...

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