Arcipelago

Inseriamo l’articolo a firma di Donatella Tretjak pubblicato sul quotidiano di Trieste Il Piccolo lunedì 6 agosto 2018

———

Sorvolando l’Egeo diretti verso una qualsiasi delle isole che lo punteggiano, o solcando il mare per fare lo slalom tra quelle stesse isoline, non occorre aver prima visitato il Museo archeologico di Atene per essere pervasi da quella che non è una semplice impressione, ma una sensazione forte, che riempie cuore e mente: non sono viaggi questi, ma ritorni. Ritorni a casa. Alla culla della nostra storia, alla culla del nostro essere. Saranno i ricordi scolastici, sarà che, parlando, mille e mille sono le parole che già venivano pronunciate da questi parti (e con lo stesso significato!) prima ancora che fiorisse la civiltà romana, saranno i volti di chi oggi qua è nato e vive così simili a quelli degli eroi di quell’epoca antica… Sono queste le isole dove sono nati gli dei dell’Olimpo, dove si lavorava il marmo in maniera mirabile, dove si tramandavano vicende in cui il confine, sempre più sottile, tra storia e leggenda si perdeva fino a confondersi.
Sono le isole dell’arcipelago egeo. E “Arcipelago” (Einaudi, collezione I Maverick, pagg. 260, euro 20,00) è il libro che Giorgio Ieranò, docente di Letteratura greca all’Università di Trento, ha dedicato alle isole greche, e in particolare alle Cicladi e al Dodecanneso oltre che a Creta, “le isole del mito, palcoscenici di epifanie divine, fondali per avventure di eroi e divinità”.
Leggende, appunto, e storia. Perché “l’Egeo è da millenni anche lo scenario della grande storia europea: sulle sue onde hanno veleggiato le triremi ateniesi, le galee dei veneziani, i vascelli dei sultani”. E si trova tutto qua, in quest’angolo di Mediterraneo orientale che dall’Attica si fa ponte verso il Nord Africa a sud e l’Anatolia a est (e non a caso “Anatolì” anche in greco moderno significa, appunto, Oriente).
A proposito dei veneziani e del significato delle parole. Se la parola arcipelago (lo sappiamo: un gruppo di isole riunite sotto una medesima denominazione) solo a metà ha una logica origine greca (cioè con “pelago”, mare: che c’entra invece “archi”, “autorità”?) la colpa è proprio di San Marco e di questi mari qua. Pare infatti che non capendo bene quando sentivano parlare di “Agheos Pelago”, mar Egeo, i veneziani abbiano trasformato quel suono, appunto, in arcipelago. Vero? Falso? Chissà. Qua tutto è storia e tutto, al tempo stesso, è leggenda.
È storia o è leggenda che a Lemno, tra il 3000 e il 2000 a.C., sorgesse una città, “la prima città d’Europa” scrive Ieranò, con un edificio che secondo gli archeologi sarebbe stato un bouleuterion, una sala per riunioni: insomma, il parlamento più antico del mondo”? È storia o è leggenda la catastrofe di Creta, attorno al 1600 a.C., “con uno degli tsunami più devastanti della storia del mondo”? È storia che il marmo di Paros fosse tanto puro da essere celebrato nell’antichità così come ai giorni nostri. È leggenda che fosse la dirimpettaia Naxos “il luogo in cui, per l’ultima volta, la principessa Arianna, figlia del re Minosse, fu vista da occhi mortali», giacché poi – come scrisse Diodoro Siculo – Dionisio la portò sulla cima di un monte dove rese entrambi invisibili”. O quella del marmo pariano è in realtà ormai leggenda, mentre quella di Arianna era – almeno originariamente – storia?
È abilissimo Ieranò, in questa sua che è una straordinaria “guida” che permette di viaggiare nello spazio come nel tempo, a destreggiarsi tra i miti e le storie di queste terre che del mito hanno fatto la storia. È bravissimo, citando centinaia di fonti, a rendere una volta di più immortali alcuni miti così come a distruggerne con poche righe ben assestate altre. Un esempio? Beh, Saffo e la sua isola di Lesbo ne è l’esempio più clamoroso. Già, perché, con buona pace di Baudelaire e dei moderni tour operator specializzati in viaggi per sole donne, Ieranò ci ricorda che sì, Lesbo era isola sacra alle Muse, ma che Saffo, alla moda dell’epoca, “amava gli uomini quanto le donne, se non di più”. E anzi poi per amore (non corrisposto) di un uomo si uccise. Appunto, mito e storia. Storia e mito. —

Donatella Tretjak

468 ad

Scrivi un commento