L’ultimo treno della Patagonia (di Paul Theroux)

 

Da Boston – Nord America – fino, giù giù, alla punta meridionale del Sud America. Paul Theroux (L’ultimo treno della Patagonia, Baldini Castoldi Dalai editore) ama il treno e i suoi libri-diari sono lì a confermarlo. Libri-diari, sì, perché la scrittura è quella del romanzo ma la capacità di cogliere i dettagli, i colori, i sapori e le emozioni, sono quelle del diario, del diario di viaggio. In mezzo, tra Nord e Sud America, stazioni di capitali e di paesini sconosciuti, piazze attraversate metro a metro in attesa della coincidenza successiva, magari due giorni dopo, compagni di viaggio i più variopinti, e oltre il finestrino oceani, canali, fiumi, colline, montagne, boschi, prati. “Ero arrivato in Patagonia e mi venne da ridere ricordando che ero partito da Boston, con il treno sotterraneo che la gente prendeva per andare a lavorare” scrive l’autore. E chi su quel treno sotterraneo, mentre va a lavorare, legge il libro di Theroux, sogna di arrivare un giorno in Patagonia.

(g.bar.) 

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