L’equipaggio di Bonita (Marthe Oulié)

1925. Quattro donne decidono raggiungere la Grecia in barca a vela da Marsiglia. E questo libro, “L’equipaggio di Bonita” di Marthe Oulié  (Magenes – Milano 2012, pagg. 173, 15 euro) è il diario di quel viaggio.

Ripeto: 1925. Quasi cent’anni fa. Quattro donne sole che compiono un viaggio simile. Impensabile, nemmeno immaginabile. Gli ultimi preparativi a Marsiglia, la partenza, la rotta verso la Corsica, quindi il passaggio lungo le coste della Sardegna, bordeggiate sul lato tirrenico fino giù, a Cagliari. E poi il salto su Palermo, lo stretto di Messina, la traversata dello Jonio su Cefalonia, il golfo di Patrasso, l’itsmo di Corinto, l’arrivo…

1925: in Sardegna come in Siciliao sulle isole greche non esiste ancora il turismo, non dico come lo intendiamo oggi, ma proprio come fenomeno in sè. Al massimo può capitare che di tanto arrivi da quelle parti qualche viaggiatore. Ma quattro

Ella Maillart

donne che solcano il Mediterraneo in barca a vela da sole, quando mai! E allora il diario registra gli incontri, i pescatori o gli abitanti dei paesini toccati che strabuzzano gli occhi all’incontro con queste quattro donne, le autorità italiane che le guardano con sospetto, gli ufficiali della marina inglese che le invitano a cena a bordo dell’ammiraglia della flotta di Sua Maestà in navigazione nel Mediterraneo. E poi c’è la vita di bordo quotidiana, gli acquisti nei porti toccati, il viaggio via terra in Sicilia o in Grecia alla scoperta delle bellezze archeologiche. Il tutto visto con gli occhi che talvolta possono risultare un po’ snob di quattro ragazze francesi e svizzere di buona famiglia. Marthe Oulié, Ella Maillart e le sorelle Hermine e Yvonne de Saussure sono le protagoniste di questa avventura: Yvonne dovrà lasciare le amiche a Palermo, raggiunta dalla notizia di un grave lutto familiare e poi sostituita dal fratello, mentre Marthe è l’autrice del libro/diario. Una curiosità: Ella l’anno prima aveva partecipato alle Olimpiadi nella squadra svizzera di vela.

Magari i termini tecnici sono un po’ troppi e rendono la lettura vagamente impervia a chi non è mai salito su una barca a vela, ma l’atmosfera che avvolge il libro fa sì che anche questi ostacoli siano agilmente superabili. E le foto riprodotte offrono un ulteriore tocco magico al libro. Da leggere invidiando la forza, il carattere di queste quattro giovani donne, capaci di inventarsi, nel 1925, un’avventura davvero unica.

(g.bar)

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